che in occidente tendiamo a vedere come contrapposizione e conflitto tra opposti (spesso tra bene e male) e' invece
interpretato come un equilibrio tra questi elementi. Forse il motociclista e' in una posizione privilegiata per
comprendere questo modo di vedere il mondo. La moto e' un oggetto intrinsecamente instabile in lotta costante con la
forza di gravita'. Ma e' proprio l'interazione tra questi elementi che da' interesse all'andare in moto. Se il conflitto
in qualche modo si risolve (sparizione della forza di gravita' o, piu' probabilmente, moto a terra) la moto cessa di
essere divertente. E' l'equilibrio tra i due elementi (instabilita' e gravita'), o l'equilibrio in senso stretto, che
rende il gioco divertente.
In questa sezione abbiamo spesso affrontato dei dualismi. Il piu' discusso e' forse l'intendere la moto come fine o come
mezzo. Nessuno di noi intende la moto solo come fine, altrimenti ci basterebbe girare in piste da cross o su circuiti
chiusi. In tanti abbiamo rimarcato che la moto e' principalmente un mezzo, che l'importante e' percorrere certe sterrate
o certi sentieri e godere dell'ambiente naturale. D'altra parte uno stesso percorso non ha lo stesso sapore fatto in
altro modo. In macchina (4x4) siamo inscatolati e separati dal mondo. A piedi siamo parte dell'ambiente, ma camminare e'
un'attivita' fin troppo facile e familiare. In bici c'e' un mezzo a due ruote da guidare e spostare, ma manca un motore
che, se da un lato fa risparmiare fatica, dall'altro richiede esperienza e attenzione per controllarlo. Come osservava
Ciaccia su MF qualche numero fa, la moto e' un amplificatore di emozioni. Quindi ne' solo fine (il fine e'
l'escursione), ne' solo mezzo (pero' la moto ti fa' apprezzare di piu' il percorso), ma un giusto equilibrio tra le due
componenti.
Un altro tema affrontato e' il rapporto tra logica/razionalita' e passione/bellezza o, per dirla con le parole di
Pirsig, tra la mentalita' classica e romantica. Il tema era stato proposto da Ernesto che aveva di fatto gia' fornito la
chiave di lettura yin yang, riprendendo le parole di Pirsig:
Anche qui, equilibrio tra tecnica e piacere di guida.Secondo l'autore una delle cause primarie dell'infelicità risiede nella spaccatura che si è prodotta sin
dall'antichità greca tra questi due aspetti, che invece rappresentano due lati inscindibili della natura umana.
Sempre Ernesto affronta il tema dell'elogio della lentezza, e cioe' dell'importanza dell'andare piano e di come la
velocita' moderata ci fa gustare sensazioni ignote agli smanettoni per i quali andare in moto significa dare quanto piu'
gas e ' possibile. Anche ora il nostro ci rivela immediatamente la risposta yin yang (sara' un saggio taoista in
incognito ):
Insomma, la chiave e' una quantita' equilibrata di velocita'. Ne' troppo, ne' troppo poco.Questo non significa bandire completamente l'idea di velocità: [CUT] Mi pare una situazione analoga all'uso del
sale in cucina. Il sale in piccole dosi esalta il sapore dei cibi, ma aumentando la dose si finisce per sentire solo il
suo sapore, e fa pure male...
Io avevo parlato di minimalismo. Non serve avere l'ultimo prodigio della tecnica per divertirsi; spesso bastano mezzi
meno estremi per fare le stesse cose, e ancora piu' spesso e' la persona, non la macchina o l'attrezzatura, a fare la
differenza. Cio' non toglie che per fare un sentiero di montagna che si inerpica tra le rocce con gradini e stretti
tornanti non abbia senso scegliere un trial piuttosto che una pesante bicilindrica. Ancora una volta bisogna raggiungere
un punto di equilibrio tra le caratteristiche del percorso, del mezzo e delle capacita' della persona.
Chi riesce a bilanciare tutti questi elementi contrastanti riesce a godere appieno dell'esperienza motoescursionistica,
e a raggiungere quella sorta di illuminazione che avevo provato a descrivere parlando di motoescursionismo olistico.
E pero'... l'unico modo per divertirsi veramente e' quello di essere sempre controllati alla ricerca dell'equilibrio
perfetto? Non c'e' piu' spazio per gli eccessi? L'esagerazione e' sempre e soltanto un male? Anche qui non bisogna
esagerare; bisogna usare moderazione in tutte le cose, anche nella moderazione (questa frase la ricordo attribuita a
Mark Twain, ma non sono riuscito a trovare una conferma. Comunque e' bellissima). Insomma, anche per questo ci vuole
equilibrio.