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IWTF - I Want To Finish - l'enduro dell'anno!

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SuperHank
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IWTF - I Want To Finish - l'enduro dell'anno!

Messaggio da SuperHank » ven 06 mag, 2011 12:13 am

Posto anche qui la saga della IWTF, un giro un pò particolare a cui ho avuto modo di partecipare questo inverno; è molto enduro e poco motoalpinistico, perdonatemi ...

IWTF
I WANT TO FINISH - L'EVENTO ENDURO DEL 3° MILLENNIO!

“If you want to be a hero, well, just follow me.”
John Lennon, pensando al sottoscritto.


Tutto ebbe inizio con una stretta di mano, in un freddo e nebbioso mattino in quel di Fusina, alla partenza del Motorally della Laguna Veneta; Korradok fece da intermediario, e così commentò:” <i>ma una cosa storica è avvenuta. il primo incontro ufficiale con stretta di mano storica tra due grossi personaggi.... E così un bruko fondatore accoglie un nuovo adepto.”</i> Il primo grosso personaggio sarei io, credo inteso come stazza, e immeritatamente definito fondatore del sito motobrucoendurista, di cui sono solo uno dei primi iscritti e modesto moderatore; il secondo è il Faga, all'epoca (marzo 2010) da poco iscritto al forum di cui sopra, al secolo Fagarazzi Luca, alias Mr Hebo, alias Yamafaga, noto endurista dell'alto vicentino.

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Il mio primo incontro col Faga.
In realtà io e il Faga ci conoscevamo già da tempo, oserei dire da molti anni; eravamo entrambi affiliati di una conventicola segreta di induristi, più misteriosa della Carboneria, più influente della Massoneria, più potente della loggia P2, con illustri membri, tra i più significativi personaggi del panorama italiano, organizzatori degli eventi clou dell’endurismo mondiale anni 2000, come la GLCdB (Gilles Lalay Classic della Brianza!) la smotazzata delle fogne brianzole, la AL.V.E.X. (Alto Vicentino Enduro Xtreme)!), le mulattiere più estreme del Vicentino, la WSBC (Walpolicella Sbiroli Classic!), le mulattiere più sfiancanti del veronese … insomma, era una semplice mailing list di appassionati, la Motolistona, che si divertiva ad organizzare mini raduni per l’Italia del nord, ispirandosi alle classiche dell’enduro.
ma io e il Faga non ci eravamo mai visti in faccia, solo contatti sul web e al telefono.

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Alla GLCdB 2003 io C'ERO! Il Faga no … cosa si è perso!

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Alla AL.V.E.X. 2005 Io c'ero, l'ho organizzata! Il Faga non c'era … cosa si è perso! In difficoltà sul guado mi pare sia Skid dei Brugherio Boys, detto l'odioso.

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Purtroppo alla WSC io non c'ero … cosa mi sono perso! In foto Hebo-man che spinge la sua WR400 su per un gradone (foto Ciaccia).

Al laguna Rally infine il fatale incontro; non ricordo se fu proprio in quella occasione che Hebo Man mi disse che voleva parlarmi di una “cosa”, che aveva bisogno del mio aiuto per “qualcosa” … di sicuro, me ne riparlò nell’ottobre successivo alla Cavalcata dei Forti a Roana, dove io facevo il Marshall e lui e il suo amico Icio parteciparono sia al fettucciato che al giro.
Nei mesi successivi qualche colloquio telefonico e incontri al caffè palesarono le intenzioni del Faga. L’Uomo intendeva organizzare una 2 gg di enduro nelle montagne dell’Alto Vicentino, ma direi di più, non un semplice giro in moto, ma un vero e proprio happening! Il sabato pomeriggio, un fettucciato in pianura, invitando niente popò dimeno che il pluricampione enduro Rinaldi Mario a fare un corso di guida; indi alla sera, dopo opportuno aperitivo in piazza Rovereto a Thiene (il posto dei fighi della cittadina veneta), partenza per un giro enduro fino ad una località montana dove passare la notte in una struttura accogliente e sfiziosa dove bivaccare e gozzovigliare, scelta dal Faga, dopo attente valutazioni degne di un selezionatore di villaggi vacanza, nella fattispecie dell’Albergo all’Alpino di Posina, rinomato per la sua cucina tradizionale e disponibile ad alloggiarci in una dependance ristrutturata mantenendo i dettami estetici ottocenteschi; la domenica, di nuovo in sella fino al pomeriggio, sempre in compagnia di Rinaldi, con un percorso duro e ancor più duro, per ritornare alla partenza e festeggiare con congruo buffet. Fra i partecipanti, oltre ad amici locali, pensava di invitare personaggi del mondo del motociclismo, membri di team, piloti, giornalisti della carta stampata, un raduno esclusivo per 25-30 persone.
Il tutto corredato da gadget creati a posta per l’evento, logo, adesivi, felpa, attestato di partecipazione … ed ovviamente il nome, il nome è tutto nella vita, e questa cosa si sarebbe chiamata “I WANT TO FINISH”, a significare che i partecipanti avrebbero dovuto tenere duro di fronte alle difficoltà del percorso a tutti i costi, avrebbero sferzato la propria volontà per “FINIRE” il giro!
E in tutto questo io che centravo? Beh, avrei avuto l’onere e l’onore di tracciare un percorso hard di 200 km nelle montagne vicentine, alla misura di piloti del mondiale, duro da soffrire ma anche bello da godere il paesaggio, bello da scattare belle foto! I percorsi in realtà sarebbero stati 2, uno per i fighi, il mio, ed uno facile per gli sfigati, ideato e condotto dal mio amico Hurrycane Hurry: che sollievo, almeno avrei avuto un appoggio da una persona fidata (?!?) e conosciuta.
Di certo Luca, dopo anni che leggeva miei report di girate nei più impossibili sentieri dell’alto vicentino, vedeva in me lo scout adatto a cavar dal cilindro, o meglio dal casco, 200 km di mulattiere; in più, ultimamente mi ero fatto valere, in spregio alla mia fama di esploratore solitario, come condottiero di masnade di enduristi: scopa alla cavalcata dei Forti, organizzatore del Gneppolino Tour, uscita Ufficiale del sito Enduro Stradali con oltre 40 moto presenti; scopa allo Squirt Treffen, altra Uscita Ufficiale degli ES nella Marca Trevigiana. E non posso dimenticare Hurrycane, anche lui molto attivo nell’organizzare girate od eventi sulle nostre montagne.

L’UOMO A CUI NON SI PUO DIRE NO

L’idea era affascinante, ma anche complessa e ricca di problematiche.
Il fettucciato: dalle nostre parti non ci sono, purtroppo, impianti permanenti, allestirlo richiede molto lavoro, nonché permessi e autorizzazioni, e tutto questo per solo 30 persone, quando chi ne fa uno spera che vengano centinaia di enduristi per rientrare nelle spese?
Il tracciato del giro era una bella sfida; anche per gli ES avevo ideato un percorso di 150 km, all’80% off, ma per far contenti Transalpari, Africantwinisti, dual sporter di tutte le marche e di tutte le epoche bastavano sterrate e carrarecce facili, con al più un paio di sentieri, giusto da mettere un po’ di pepe al giro e fare le foto ricorso sul finto hard; soprattutto, queste sterrate erano in massima parte aperte al traffico. Ma 200 km di enduro duro non sono un scherzo … quanto hard? Al livello di Rinaldi, che nemmeno io saprei percorrere, o a quello di un pilota di Regionale? O al semplice appassionato che non ha mai fatto gare? Anche perché io non avrei conosciuto, nemmeno sulla carta, le capacità di guida dei partecipanti! Troppo duro, tutti si piantano alla prima mulattiera, e si incazzano; troppo facile, tutti si annoiano, e si incazzano … Luca diceva che i partecipanti dovevano tenere duro, “I Want to Finish!”, e chi non ce la faceva si fermava e andava ad aspettarci all’albergo.
E poi i divieti; il difficile sono i sentieri, i sentieri sono tutti vietati, un conto è passare veloci in 3 senza fermarsi, un altro passare i 30, di sicuro qualcuno si pianta, e stare delle mezzore a spingere moto, con l’incubo che contadini e montanari chiamino la Forestale!
E poi il clima; Faga voleva fare la IWTF entro la fine dell’inverno, ma in alta montagna c’è ancora neve, anzi ne può cadere ancora, ed è in alto che ci sono le mulattiere impervissime, ed è in alto che ci sono scorci suggestivi, sentieri a filo di burroni, vertigini fotografiche e verticali ardite; io credo che i percorsi della media collina siano più difficili tecnicamente della gran parte di quelli delle Prealpi, poiché i primi sono sentieri ad uso di cacciatori, escursionisti, ecc., mentre i secondi sono spesso stati trasformati in carrabili durante la 1° Guerra Mondiale (con le ovvie eccezioni: le difficilissime delle Prealpi, sentieri da 1.000 m di dislivello, non sono seconde a nessuno!); ma la collina non regge sotto l‘aspetto scenico, e pure quello il Faga voleva.
E poi la mangiatoia; Posina, un paesetto ed una valle selvaggia che adoro, il buco del culo della provincia vicentina, con tantissimi sentieri, ma la gran parte difficilissimi, pochi alla portata dell’enduro, molto più del trial, e con abitanti incazzosi che non esitano a minacciarti con la roncola se passi in moto … e noi dovevamo passare in 30.
Ed infine i costi, alti; paga Rinaldi per il corso, offrigli giustamente vitto e alloggio, vitto e alloggio del partecipante, spese per i gadget … il piatto piange.
Ma il Faga è un uomo a cui non si può dire di no!
Alle mie titubanze sul tempo, sul percorso, sui costi, su tutto lui risponde con granitica sicurezza: la IWTF si farà! Non ti preoccupare, siamo coperti, una telefonata e ti trovo lo sponsor, stai tranquillo!
Ha una faccia da sberle, e proprio perché io sono l’esatto contrario mi sta simpatico: troppo forte il Faga!
Nel corso delle settimane la fisionomia dell’evento cambia più volte, difficile darne conto; il corso di Rinaldi salta, il budget si impennerebbe troppo,si prospetta la sua presenza solo come amico invitato e spesato, e sarebbe già bello così.
Il fettucciato salta, si girerà tutto il tempo in moto, con sabato arrivo in notturna (facile, visto che siamo in inverno e si parte al pomeriggio!)
Hurrycane invece si defila, rimane nell’impresa come organizzatore, verrà alla cena ma non farà il giro in moto! Quindi il giro da doppio diventa unico, e sarà solo hard, anche se diminuiscono i partecipanti a 15-20 persone.
Il Ciaccia non verrà, pare verranno dei giornalisti di X-Off Road … alla fine non verrà nessuno di famoso, si formerà una lista di 15 piloti, quasi tutti locals da Thiene e dintorni, a parte 4-5 da province limitrofe, non so in che rapporti con Luca.
Ed io? Mentre l’Uomo Immagine Hebo crea una cornice coi fiocchi alla IWTF, il sottoscritto ci mette il succo: No Martini no party? No sentiero No WTF!

L’UOMO CHE CERCAVA I SENTIERI

Un percorso duro ma fattibile da quasi tutti? La prima regola aurea è piazzare le difficoltà in discesa; discese lunghe, infinite, spaccabraccia, dove le moto devono essere girate di peso o buttate giù dai salti … così i piloti si sfiancheranno dalla fatica, si cuoceranno dallo sforzo, spaccheranno plastiche e leve sulle pietre calcaree delle nostre montagne, ma in ogni caso la forza di gravità li porterà in giù, nolenti o volenti: non diranno “i want to finish” ma penseranno “I Hope To Finish”!!!!
Seconda regola aurea per testare un percorso estremo per l’enduro: collaudare i sentieri col trial.
Scelgo il sentiero, lo percorro in salita col trial e se riesco a farlo facilmente allora, per quanto sia ostico, è potabile per l’enduro in discesa. Semplice no?

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Un sentierino così …

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… o così (Hebo No Limits, il Faga va in brodo di giuggiole!).

Questi sono i sentieri che chiamo dei “MilleMetri”, non perché siano lunghi un misero km, ma perché coprono un dislivello di 1.000 metri, e li considero l'università dell'enduro, il punto di contatto tra le moto a sella alta e il trial.
Se consideriamo che il fondovalle è sui 300-400 m.s.l.m, e che le montagne delle Prealpi Venete sono alte 1.300-1.400 metri (almeno nei bordi degli altipiani, le quote estreme arrivano a 2.200-2.300, ma è difficile salire lassù, purtroppo, più per i divieti che per le difficoltà tecniche), con una ovvia sottrazione saltano fuori i sentieri “MilleMetri”.
Quello della foto precedente ha richiesto 2 ore per risalirlo col trial, ovviamente con molte pause per scattare foto; salirlo con l'enduro lo ritengo ai limiti dell'impossibile, comunque sarebbe una faticaccia distruttiva che comporterebbe ore di fatica; ma percorrerlo in discesa lo valutavo possibile, in circa un'ora, con molta fatica e molta cacca negli slip: precipizi a filo del sentiero, frane da superare, tornantini avvitati su se stessi, gradoni qua e là, uno stillicidio di fatica!
2 sentieri di questo tipo, piazzati nel giro, mi avrebbero occupato mezzo pomeriggio e placato le velleità corsaiole del più assatanato degli enduristi smanettoni.

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Secco …


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… o con neve.

5 uscite col trial, 1 con l’XR, 1 pure col 4x4 e il percorso era pronto. Ma bisognava testarlo.
Così un sabato pomeriggio ci ritroviamo in 5, io, il Faga, Demuri, alexBott e il mio amico Fritz, non partecipante alla IWTF ma curioso di provare il suo recente acquisto, una splendida Husaberg 550 ’07; stessa Husaberg ma 450 per Hebo, KTM 530 per il Demu e K250 4T per Alexbott: un parco moto da paura, il mio XR400 è evidentemente indietro di secoli rispetto a queste ultra-racing del 2000!
Convenevoli al bar, partenza e dopo 300 metri siamo in mulattiera, un toboga in salita di roccia viva, spuntoni e gradoni da prendere di petto, con la moto che si impenna involontariamente; io e la mia moto dobbiamo dimostrare, semmai ce ne fosse bisogno, che non siamo secondi a nessuno, ed infatti ho subito staccato i Kapponi e gli Husabergoni, tanto che hanno ciccato un bivio e sono dovuto tornare indietro a prenderli!
Guadagniamo quota, poi ci addentriamo in Valdastico per una tagliafuoco di mezza costa, che lasciamo dopo pochi km per una vertiginosa discesa lungo la massima pendenza del monte, La Rancina, che però i ragazzi conoscono già, e facciamo senza problemi.
Yamafaga mi da l'OK per il percorso finora, ma chiede di calare il ritmo, andavo troppo forte per la IWTF ... sono o non sono SuperHank?
Ma poi ho avuto la pessima idea di andare sul fiume, per guadarlo; il punto del guado lo avevo scelto bene, ero andato col 4x4 giorni prima ad ispezionare le rive per trovare il passaggio giusto: da non credere … comunque sia, facciamo qualche centinaio di metri lungo il corso d'acqua, assai goduriosi, alternando tratti sabbiosi ad altri ciottolosi, individuo il punto, scendo nella spiaggia di ciottoli, affronto deciso il fiume, ma mi accorgo con stupore che la moto invece d iavanzare sicura tende a scavare sul fondo; arrivo a metà fiume e mi si spegne il motore, e la moto cade di lato sprofondando nei flutti. Io rimango in piedi, lesto riesco ad alzare l'XR, ma è troppo tardi, il motore ha bevuto; scalcio come un forsennato, con l'acqua di fine febbraio che mi accarezza i polpacci, ma non c'è verso di ripartire. Gli altri bastardoni si guardano bene dall'entrare nelle acque gelide ad aiutarmi, e da solo devo spingere a riva il mezzo, una fatica sfiancante.
Ma il peggio è che so che gli altri sono lì, anche se non li vedo, che mi fanno foto su foto, e mi sputtaneranno a vita su tutti i forum di enduristi!
Eccole, le foto della mia disfatta:

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Sembra un guado da nulla, da questa angolazione, accidenti!!!

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Yamafaga mi da una mano a far ripartire l'Honda.

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E come non bastasse, anche al secondo passaggio mi pianto e mi tocca farmi tutto il guado di spinta, distruggendomi definitivamente!

E per dovere di cronaca, questi i commenti apparsi nei giorni seguenti:
<i>-Ho sentito di gente che dopo 2 ore e mezzo ha gettato la spugna, ho sentito di trialisti che sono tornati indietro dalla mulattiera dove sono riusciti i nostri, ho sentito del Riofreddo con la neve, ... ho sentito di un Alves con i piedi bagnati.
Hurrycane il fetente
-Grandissimi!!! a quanto pare però anche l'Alves sta invecchiando... o no
Navaho l'ironico
-mi hanno sfatato un mito...mi hanno sempre detto che eri il guru dell'enduro...e ti vedo a spingere così!!!! cazzarola...passa in officina da mè che vediamo di fare un snorkel per l'xr !!!!
Carbonella il sarcastico</i>

BASTARDI!!!!

Ma “The Show Must Go On” ululava quella inimitabile, grandiosa checca che fu Freddy Mercury,e allora il giro deva andare avanti, anche con i piedi ammollo.
Ci riportiamo sul versante DX della Valdastico, dove, dopo alcuni sentieri di riscaldamento, affrontiamo un rampone di quelli tosti, che chiamo “rampone delle Mandre”, una trincea che sale verticale nel bosco, dal fondo di sassi smossi e radici che ammazzano la trazione, impossibile ripartire da fermi.Io sono il primo a gettare la spugna, lascio strada a Icio che sale come uno skilift, seguito dalle Husaberg.
Questa salita è un divertimento, nel senso che non farla non pregiudica il giro, in quanto taglia una sterrata che, con 2 lunghissimi traversi ed un solo tornante, risale la costa del monte e va morire in una piazzola: chi arriva in cima deve per forza scendere, perchè il percorso lascia lo sterro a valle, nei pressi del tornante. Scendendo recupero AlexBott, impiantato; Fritz ci prova, ma deve tornare indietro anche lui; saliamo quindi al culmine della salita, dove troviamo Faga ed Icio a colloquio con un trialista, che invece di cazziarci perchè massacriamo i sentieri con le nostre moto da 50 cv, si complimenta per l'impresa di essere saliti da lì! Ed ha ragione Icio e Faga sono stati bravissimi, sono 2 enduristi con i controccazzi, mica bau bau micio micio!!

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La ritirata di Fritz.

La nostra ricognizione continua, per sterrate e sentieri uno più bello dell'altro, ma il tempo stringe, ed io devo portare i ragazzi a fare almeno una delle mulattiere 1000M.!
Ma, se per scendere dagli altipiani le possibilità sono molteplici, per salirvi in off-road con le enduro sono molto ridotte.
Voglio salire a Tonezza per la “Strada degli Alpini”, ma il percorso principale è presidiato da una rustico abitato, improponibile passare di lì col gruppo della IWTF, troppo il rischio di essere denunciati alla Forestale e trovare il comitato d'accoglienza in cima! Tento una via secondaria, meno difficile tecnicamente ma poco frequentata, ma purtroppo la sfiga è in agguato: sulla carrabile sterrata che porta al raccordo col sentiero dei boscaioli ci minacciano in malo modo, meglio levare i tacchi alla svelta, ci giriamo e scendiamo a valle scornati, ma proprio qui, in questa valle mai illuminata da lsole invernale, Alex è tradito dal fondo ghiacciato, cade e scivolando va a precipitare dentro il fosso di scolo delle acque!!!
Per fortuna solo un manubrio storto e un gran spavento, ma il nostro amico decide ce per oggi il suo jolly l'ha giocato e se ne ritorna a casa.
Noi 4 decidiamo di proseguire: saliremo a Tonezza per la arcinota strada del Riofreddo, 5-6 km di asfalto iniziali e poi una dozzina di sterrati. Purtroppo la strada è sul lato in ombra della valle, per cui già a 900 metri appaiono le prime lingue di neve, ancora facilmente aggirabili. Ma più in quota la situazione peggiora: la neve è presente su tutta l'ampiezza della carreggiata, in più è mollaciona e bagnata per il disgelo, le moto ci affondano per intero; dobbiamo raggiungere quota 1.200, ma già a quota 1.100 siamo in difficoltà, anche se la pendenza è lieve; avanziamo con le moto in fuorigiri a passo d'uomo, ho seriamente paura di cuocere la frizione, i secondi sono più avvantaggiati perché cercano di stare le solco scavato da chi precede, ma la fatica è tanta lo stesso. Icio e Fritz vanno più avanti di tutti, ma devono arrendersi: arrivare alla malga dove c'è il bivio è impossibile, si torna a valle.

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Piantati nella neve.

Ma non è finta qui! Prima del meritato caffè al bar, porto i ragazzi a fare i tornantini di S.Zeno, un sentiero strettissimo con una sequenza di 12-15 tornanti da fare tutti impennando la moto e girandola al volo; ne sono tutti esaltati, non la conoscevano, e poi non finisce lì, un lungo sentiero, anzi, un esile filo nel bosco ci porta verso l'uscita dalla valle.




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Fritz nella “tornantini alla volèe”: si notano nella (brutta) foto ben 3 traversi del sentiero

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Anche le Scassaberg fumano ...

La 1° ricognizione non si può dire sia andata perfettamente, anzi; di 80-100 km ne abbiamo fatto appena 70, nel guado se ne è andata quasi un'ora, AlexBott si è fatto male, non siamo riusciti a fare nessuna “MilleMetri”, la salita all'altipiano di Tonezza si rivela problematica per la IWTF, per la neve sulle sterrate e per i montanari rompic...ni sui sentieri, e ovviamente abbiamo collaudato solo il percorso del sabato, riguardo a quello per la domenica non lo abbiamo intravisto nemmeno con telescopio.
Ma i miei compagni non sono così negativi; Yamafaga mi sembra assai contento, dice che va bene, bello, bello, addirittura da semplificare perché è eccessivamente hard (ma non doveva farlo Rinaldi?), Icio ha l'onestà di dirmi che quando ha visto la mia moto pensava che li avrei portati a fare “autostrada”, ed invece è stato un gran giro; mi gasano, e mi stupisco ed ammiro la fiducia che Luca mi accorda, in fondo lui ci mette la faccia con un mucchio di persone che cacciano fuori dei soldi per partecipare, e non ha visto che una minima parte del giro; infatti non si faranno, purtroppo, altre ricognizioni in compagnia, per cui il percorso del secondo giorno sarà tutto sulla fiducia, ed a Luca gli ripeto, convinto:”Tranquillo, stai in una botte di ferro!!!”

ULTIMI PREPARATIVI

Mentre il sottoscritto si consuma la giovinezza su mappe, GPS, ricognizioni su 2 ruote e su 2 piedi, con tanto di motosega per aprire i sentieri, il team Hebo, ossia i thienesi, si danno da fare per mettere in piedi l'evento nei più piccoli dettagli.
Incontri su incontri si susseguono, in caffè, birrerie, pizzerie, la mia taverna; entrano in gioco personaggi importanti.
In primis Giorgio Area Moto, dell'omonimo negozio di abbigliamento motociclistico. Il suo esercizio sarà punto di partenza ed arrivo del giro; per l'occasione il negozio farà apertura continuata, nel piazzale esterno verranno allestiti lo “spuntino dell'endurista”, ricco buffet per partire in forze, ci saranno gazebo per le operazioni formali e la partenza, tando da dare un tocco di ufficialità all'IWTF. Inoltre Giorgio caricherà sul carrello tutti i borsoni dei partecipanti, e taniche di benzina (a Posina non c'è distributore), ci raggiungerà a sera con i “rifornimenti”, ci terrà compagnia all'albergo, il mattino riporterà tutto alla base e trepidamente aspetterà il nostro ritorno, per il taglio della torta! Programma simile per Hurrycane, che darà un mano in tutti questi aspetti organizzativi.
Il Faga intanto ha predisposto la bustina IWTF, con tutti i gadget:

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La mia bustina, intonsa; un cimelio!

Dentro ci si trova la fascetta da mettere sulla propria borsa come in aeroporto, adesivi Hebo, Area Moto, il biglietto da visita dell'albergo Alpino e il tagliandino “Free Pass Alpino”, timbrato pagato (solo per chi ha pagato, ovvio), che sarebbe un pass da mostrare in caso di bisogno alla Forestale, che ci permette di transitare sulle mulattiere delle Alpi, senza incorrere in divieti e sanzioni … Sehhh, magari! È solo la ricevuta da presentare all'albegatore.
Ultimo ma non ultimo, l'adesivo Ufficiale della IWTF, che ogni partecipante si deve appiccicare alla moto.
Ma non è finita qui: Luca ha anche costretto, non si sa con che minacce o lusinghe, il povero AcoKtm, altro appassionato endurista dei nostri paesi, a passare tutto il pomeriggio in una mulattiera per fare le goto ufficiali in action del giro.



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Aco il fotografo.

Fra i partecipanti scopro esserci anche Korradok, concittadino del Faga, e mia spalla al Genppolino tour e compagno di rally al Motorally della Laguna: Korradok ha la vocazione a fare la scopa, o forse per circostanze sfigate lo obbligano a fare il serrafile, comunque sia, data la sua conoscenza del territorio (ma non del giro IWTF) sarà la scopa ufficiale della 2 gg.
Ma ancora non finisce qui.
Il De Muri Icio oltre a rifornirci di pizze ed altre delizie per il buffet, ci risolve il problema del pranzo alla domenica. Si era preso in considerazione la possibilità di fermarsi in qualche osteria o malga fra i monti, si poteva fare un veloce piatto di pasta, oppure un panino.
Ma sostare in un locale diventava un vincolo troppo rigido, non puoi essere preciso nei tempi in un giro enduro hard, troppe le variabili in gioco che possono far saltare i programmi; infine anche il capitolo costi pesa, 10 € da una parte, 10 dall'altra, diventa seccante chiedere troppi soldi alla gente.
Ed allora ecco il “Survival Kit” già pronto, da consegnare alla mattina della domenica e mettere nello zaino, composto da mezzo litro d'acqua, 2 panini al prosciutto ed una barretta energetica, consumabile in qualsiasi località sperduta ci fossimo capitati a transitare verso l'ora di pranzo.
E adesso finisce qui, è tempo di partire.

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Survival Kit

continua …

SuperHank
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IWTF - I Want To Finish - l'enduro dell'anno!

Messaggio da SuperHank » sab 07 mag, 2011 12:46 am

IWTF II

PARTENZA – CHI C'ERA

Ricapitoliamo il programmone:

Ore 13.00 arrivo partecipanti presso Area Moto Zanè, perfezionamento iscrizioni e buffet;
ore 14.00 partenza “Team Hebo Italia”, come da locandina Area Moto, per il giro off-road;
ore 20.00 arrivo previsto all'albergo Alpino di Posina; cenone e festone.

Domenica:

Ore … boh? Facciamo le 9.00: partenza giro off;
ore 12.00 consumazione Survival Kit
ore 15.00 arrivo Area Moto Zanè, buffet, torta, saluti e baci.

Per dovere di cronaca è giusto dirlo, alla fine della storia non si sono presentati pilotoni del mondiale, giornalisti di testate del settore, manager di aziende della filiera motociclistica, gestori di team, guro della meccanica, umbrella girl del motomondiale (purtroppo!) … ma diciamolo pure: CHI SE NE FREGA! C'è un gruppo di persone che ha voglia di farsi una 2 gg di enduro senza tirarsi indietro di fronte a tutto, e questo basta a rendermi contento. OK, ho la responsabilità di condurre 15 persone per mulattiere e monti, ma sono anche 2 gg di enduro senza limiti di orario e tempi, se non quelli che ci siamo imposti.
Arrivo guarda caso in ritardo, e quel che vedo è un set degno della partenza di una gara regionale, se è vero che l'occhio vuole la sua parte qua siamo avanti:

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Il gazebo dell'organizzazione, Hurrycane il pirata barbuto e Korradok il pirata bandanato alla distribuzione viveri.

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Ma quanto sono belli stì 2, ma perchè se la ridono?

Ma non tutti sono così garruli e cuor contenti, c'è chi è in preda a pensieri foschi, preoccupazioni di ogni sorta, paura di essere linciato dalla folla, o di essere sputtanato vita natural durante:

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Il Faga! Un uomo, una preoccupazione, l'incarnazione del “Ma chi me l'ha fatto fare?”

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Tranquillo Luca! C'è SuperHank (io) che risolve i tuoi problemi! (notare sotto la mia ascella il carrello con borse e taniche dei partecipanti).

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Facciamoci una pizza, và! (La TM nell'angolo è il premio per il vincitore della IWTF).

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Proprio non ci possiamo lamentare, anche la Miss avevamo!

Il tempo passa, le moto sono pronte, i bagagli caricati, le iscrizioni fatte, ma continuiamo a gozzovigliare sul buffet; pare che 2 siano in ritardo, o forse hanno tirato il pacco, non so, alla fine saremo solo in 12 a partire: Quella Sporca Dozzina! (passatemi la banalissima citazione!).
E vediamoli, questi eroi:

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Foto di gruppo; l'arancio K domina, fa infin fastidio da quanto è!

Sono un timidone, ma il boss insiste che parta io per primo, ho l'onore di passare sul tappeto verde, pedana e gazebo per primo:

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Alves “SuperHank”, XR 400 Old Lady, la guida.

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Luca Faga, Husaberg 450, il boss.

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Franco Manzardo, uno che c'ha la faccia, e la manetta, di mangiare sassi e mulattiere fin da quando le moto andavano a vapore! Credo appartenga alla crew del Faga.

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Uno dei 2 Padovani, Raffo il Bestemmiatore, così detto da coloro che gli erano vicini. Amici del Faga?

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Ale Angel, K 250? 300? di sicuro a 2T, della crew thienese anche lui.

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Icio De Muri, k530, già visto, un uomo una garanzia; già pronto con l'antiacqua, visto che sta piovigginando ancor prima della partenza: che culo abbiamo col tempo!

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L'altro Padovano, Belfiori, moto Beta 250?400? quello col motore KTM.

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AlexBott, K250 4T, già visto, pienamente in forze dopo il botto durante la ricognizione.

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Finalmente qualcuno fuori dall'orbita KTM! Il giovanissimo Marco De Muri, MDM, nipote di Icio, in sella ad una gloriosa Yamaha TT600 59X, stimo più vecchia del suo pilota. La sua prestazione in sella a tale mezzo d'epoca è un caso, verrà fuori che ha un 450 (da cross?) ed ha partecipato recentemente ad un BMW GS Trophy in Tunisia.

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Giuliano, Honda XR250 con baulotto floscio posteriore e casco da strada! Come sia capitato in questo giro di enduristi estremi è un mistero che il Faga non vuole rivelare. È però un vero personaggio: ultra cinquantenne se non sessantenne, si fa decine di 1000 di km all'anno in moto, in giro per Europa ed Africa, con moglie e non; arriva direttamente in sella da Trento, l'avevo già conosciuto al mio Gneppolino Tour, dove guidava una X-Challenge con tanto di tanica in ferro al posteriore. Oggi per fortuna si è messo più leggero.

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La Giulietto Bike al Gnepppolino; si fece pure cazziare da Massimo_s per aver perso il bagaglio in una sterrata.


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Il Novi, sempre della crew del Faga, con una massiccia Husqvarna TE 610.

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Il nostro serrafile, Korradok, col K520.


SI PARTE!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!!

continua ...

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pop
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Messaggio da pop » sab 07 mag, 2011 6:41 pm

ma guarda i compaesani cosa ti combinano!
e che organizzazione, mica si scherza.
avanti con il seguito. è sempre un piacere leggerti.
la mia V-strom per le strade.

SuperHank
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Messaggio da SuperHank » dom 08 mag, 2011 1:25 am

pop ha scritto:ma guarda i compaesani cosa ti combinano!
e che organizzazione, mica si scherza.
Puoi dirlo forte!!!!!
3° parte:

IWTF III

SABATO POMERIGGIO - VALDASTICO_VAL POSINA

RISCALDAMENTO E PRIMI INTOPPI

Nella primissima fase della IWTF è Il Faga a prendere il comando della truppa;è una fase preliminare del giro, studiata per farci guadagnare un paio d'ore sulla tabella di marcia,, prima di entrare nel vivo del “mio” percorso. Infatti il giro che proporrò oggi ricalcherà in toto quello della ricognizione: purtroppo ho dovuto definitivamente dire addio alle mie amate mulattiere “MilleMetri”, nella settimana precedente (siamo a metà marzo) ha nevicato ancora, c'è neve sotto i 1.000, il percorso d'alta quota è improponibile. A dirla tutta, mi preoccupa pure l'uscita dalla Val Posina del giorno seguente: stretta com'è da montagne dai 1000 ai 2000 metri, mi sa che dovremmo abbandonarla per asfalto ...
Il giro di riscaldamento si dipana tra carrarecce nella piatta campagna e sterrate nelle prime colline allo sbocco della Valdastico in pianura, le Bregonze. Sono piccoli rilievi alti 200 metri sulla pianura circostante, dal profilo dolce ed ondulato, direi quasi toscano; evitiamo le pur poche difficoltà tecniche di questi luoghi, andando a spasso per amene stradine fra i campi e i pascoli, costeggiamo fattorie e contrade tuttora abitate, dove sussiste una piccola attività agricola complementare, qualche campo, qualche animale: la gente qui lavora in fabbrica in pianura, come secondo lavoro, hobby e tradizione continua a fare il contadino, come gli avi.
Il gruppo viaggia bene, sgranato ma senza perdere il contatto, ma quando scendiamo verso il fiume Astico succede il primo casino; la sterrata muore in un campo, si deve procedere per un sentiero abbastanza accidentato, sasso smosso ricoperto di umidità e fango. Io viaggio verso la 4° posizione, dietro di me vedo con la coda dell'occhio, e sento, un'altra moto, e per il principio dell'elastico (mi fermo se non vedo chi c'è dietro) vado avanti. Giunti in cima al pezzo peggiore, Faga, Icio vanno avanti, io mi fermo, temendo che qui qualcuno possa avere difficoltà, e il pilota che avevo dietro mi supera e procede, lasciandomi solo; non arriva più nessuno, e ci si mette anche la pioggia, che da leggera umidità diventa battente.
Passano i minuti, finalmente compaiono delle moto, ma c'è qualcosa che non mi torna; siamo ancora agli inizi, non ho ben focalizzato facce e mezzi dei partecipanti, questi mi sembrano dei nostri, ma in mezzo c'è un Kappa bianco-verde fosforescente anni 90 che sicuramente non c'era da Area Moto! Uno di questi ragazzi mi saluta calorosamente, poi lo riconosco, è il nipote di MartinoFix, un gruppo di enduristi imparentati (cugini, cognati, nipoti …) con cui mi incontro sempre alla Cavalcata dei Forti; il ragazzo sta girando per campi con 3 amici del paesetto qui vicino; loro sono entrati nel sentiero non capisco bene da dove, ma mi assicura di non aver incontrato i nostri, che dovrebbero essere in almeno 6 moto, non dovrebbero passare inosservati!
Anche i ragazzini se ne vanno, aspetto ancora e poi raggiungo la contrada dove ha fine il sentiero, dove finalmente Faga & Co. Si sono fermati.
Ivi vengo “accusato” di non aver fatto l'elastico e aver dimenticato gli altri, ma io rigetto la colpa al pilota che, al termine della sassara, mi ha superato invece di stare ad aspettare, ma nessuno confessa di avermi superato! E forse hanno detto la verità, potrei essere stato superato da uno dei ragazzini, ed in qualche punto della mulattiera aver iniziato a confonderli con i nostri.
Essi non arrivano, i telefoni non prendono, Faga non si capacita che i suoi non riescano a trovare la strada, questo è un loro giro classico, infine qualcuno torna cercarli; nel frattempo io, con perfetto tempismo, completamente fradicio, mi metto l'antiacqua in pezzo unico, con l'unico risultato di aggiungere all'acqua piovana la sauna interna che da ora in poi produrrò!
I ragazzini (3 Kappa di svariate epoche, cilindrate e tempi) ed un Husaberg, si informano dove andiamo, mi chiedono di aggregarsi a noi, che non sanno dove girare, non conoscono i posti, stanno sempre nei soliti 4 campi intorno al paese: mi fanno tenerezza,se si potesse usare un termine così melenso per degli enduristi sporchi di fango; diventeremmo in 16, francamente troppi, mi dispiace dirgli di no, ma il capo è Faga, dico loro di chiedere al boss.
Finalmente i nostri compaiono, il Novi è un filo incazzato, il concetto che ribadisce è “SI ASPETTA AI BIVI!”, man non capiamo cosa sia successo.
Uno sbaglio che abbiamo fatto da Area Moto è non aver effettuato nessun Brefieng, nemmeno una parola sul giro, su chi fa da guida, su chi fa da scopa, sull'elastico … niente.

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L'unica foto di questa tratta: l'arrivo in contrada di Giuletto, il Novi e Korradok.

Si riparte, con i 4 scugnizzi alle costole, percorrendo un anello che ci riporta all'inizio della mulattiera della divisione: un tratto che non conoscevo, e stupendo! Siamo lungo il fiume, che in questo tratto corre in una gola dalle pareti verticali, 20 metri sotto di noi; il sentiero non è altro che la spalla in cemento di un canale di derivazione, che prende le acque per un centrale idroelettrica: parete verticale, canale largo 3 metri e profondo almeno 2, sentiero di 50 cm (con reti di protezione, per fortuna!), precipizio, fiume in piena color acquamarina! Bellissimo, e nessuno ha fatto foto, vergognatevi!

SUPERHANK AL TIMONE

“Li ho stesi alla prima mulattiera! 5 arrivati su 16 ...”
h 15.47 19/03/11, SMS mio ad Hurrycane.
SuperHank

“Guarda che c'è anche domani ...”
Hurrycane, risposta.

Il giro di Luca prevedeva un percorso ben più esteso nella bassa valle dell'Astico, fino a raggiungere i comuni limitrofi di Breganze, ma stiamo accumulando ritardo su ritardo, per cui ne taglia una parte e passo al comando io.
Attraversiamo velocemente la sottile striscia di pianura che separa le Bregonze dalle Prealpi, per la prima mulattiera a tornantini, dove AcoKtm, appostato per fotografare, sta facendo la muffa, mentre mi subissa di SMS per sapere il nostro stato di avanzamento.
Mentre siamo in paese, fermi ad uno stop, simpatico cammeo di Hurrycane che passa proprio in quel momento di fronte a noi, diretto a Posina per preparare il nostro arrivo!
Avevo scritto, riguardo questo pezzo durante la ricognizione:” <i>un toboga in salita di roccia viva, spuntoni e gradoni da prendere di petto, con la moto che si impenna involontariamente”</i>, ma allora era secco come il Sahara, le gomme avevano sempre grip, l'importante era non farsi disarcionare, oggi è viscido da pioggia appena caduta, fondamentale è non fermarsi mai, perché ritrovare il grip per la ripartita è cosa assai ardua.
Aco è appostato proprio all'inizio, per cui riesce a fotografare tutti:

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Eccomi apripista in tutona sauna nera, con l'onnipresente Icio alle costole.

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Il Novi e Korradok.

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Sempre i serrafile, dal posteriore; in questo scatto si nota l'impennaggio del sentiero, e siamo ancora su fondo facile.

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AlexBott.

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MDM arranca col TT.

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Il Bestemmiatore seguito da uno degli infiltrati col K vede bianco.
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Belfiori, mi sembra.

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Questo chi è?

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The fabolous Yamafaga!

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Questo mi pare Angel.

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Vai Korradok!

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Questi sono il resto degli infiltrati: in primo piano MartinoFix nephew's, un K e l'Husaberg giallo.

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Ancora uno scatto per loro.

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Il povero Giulettto avanza già zampetton zampettoni!

Dopo queste foro succede l'apocalisse, l'Armageddon, la distruzione totale; non lo posso testimoniare che per sentito dire, io ed altri 4 siamo in cima alla mulattiera, nulla possiamo vedere, solo sentire sgasate a vuoto nel bosco, motori urlare in fuorigiri … mi immagino le moto piantare sui gradoni, le gomme che lucidano di nero i sassi calcarei, gente che si accascia sui tronchi, plastiche che esplodono al contatto con le pietre … I WANT TO FINISH, così deve essere.
Ovviamente alcuni proprio non ce la fanno, altri si saranno fermati a spingere, e non possono passare per quelli fermi, ma poi ripartire è difficile; Manzardo mi are l'ultimo dei 5 che ce la fa, narra di moto ferme, di corde tirate fuori … anche gli scugnizzi sono impiantati, e Faga dovrà ammettere che si sono fatti il mazzo per spingere anche i nostri, proprio dei Good Boys!

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Noi si aspetta. Angel, AlexBott ed Icio.

Icio scende a controllare e poi ritorna a riferire: grandissima dimostrazione di sicurezza, dopo aver fatto una mulattiera ostica, scendere a dare una mano e ritornare su, partendo da fermo, magari col terreno rovinato dagli scavi degli altri! Ci sentiamo, campo permettendo, anche col Faga, che al telefono mi pare tranquillo, sembra abbia il controllo della situazione; nel frattempo Aco si è già teletrasportato alla successiva postazione fotografica (ma come ha fatto? O siamo stato fermi una eternità su questa mulattiera? Propendo per la seconda …) e mi tartassa di SMS: dove siete? Quanto arrivate? Quanto vi manca? Vi siete lavati i denti? Avete spolverato la targa? Ecc., ecc..
Passano i quarti d'ora ed anche le mezzore, si valuta la situazione, qualcuno non ce la farà mai, o comunque a far salire tutti a spinta ci vorrebbe il pomeriggio intero; gli impiantati voltano tutti i tacchi, scendono in paese e salgono il monte per asfalto, verso il santuario designato come rende-vouz, mentre i 5 supereroi della IWTF scorrazzano per facili sentieri di terra battuta, fra i bucaneve in fiore e l'erba verde di primavera.

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Manzardo è l'ultimo.

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Attesa.

Di nuovo tutti insieme, ma c'è un po' di tensione nell'aria; vedo il Faga preoccupato, qui non si viaggia, non si viaggia, non si fa strada, non c'è ritmo: che la IWTF sia troppo IWTF?
Il più in difficoltà è Giulietto: nessuno gli toglie il titolo di “Best Viaggiatore Motociclista” del gruppo, ma è palese che questa salita era oltre i suoi limiti tecnici; ma più avanti c'è solo una salitona difficile, ma bypassabile, decidiamo di proseguire. Chi ci lascia sono invece i Ragazzini, Luca chiede loro cortesemente di dividerci, 4 in più, nolenti o volenti, scarsi o bravi, e loro hanno dimostrato di cavarsela niente male, sono sempre un rallentamento, e i 12 della IWTF hanno pagato per fare il giro (beninteso, è una quota spesa, vitto, alloggio, varie come il trasporto bagagli, non un biglietto) ma se si è promesso di fare 80 km, è giusto cercare di farlo.
Infiliamo una breve serie di sentieri nel bosco, che conducono alla lunga tagliafuoco di mezza costa, da cui poi scendere la Costa della Rancina per il trincerone a pista di bob.
Anche qui però abbiamo problemi, l'elastico non funziona; io ho sempre alle mie spalle Icio, poi Angel, AlexBott o il Manza alternati, ma è sopratutto Icio che mi è sempre attaccato al culo, e allora io tiro, tiro tiro, e quelli mi seguono, mi seguono, mi seguono come cani da presa che vogliono l'osso, mi sento come un fagiano all'apertura della caccia! E qualcuno di questi non guarda indietro, uno dei PD si infila in un sentiero in salita, seguendo tracce di moto che non sono le nostre; per fortuna intuisce l'errore e si riporta sulla retta via.
Comunque sia, facciamo tutti la pista da bob in discesa, ma tra i primi e gli ultimi passa almeno un quarto d'ora, andiamo a 2 velocità. Ora ci darebbe il rampone delle Mandre, senza passare da guado, cancellato dopo la mia infausta prestazione durante la ricognizione; stavolta facciamo un mini briefing: il sentiero parte basso e con pendenza ridotta, il vero rampone è compreso tra i 2 traversi della strada sterrata che taglia. Al primo taglio del sentiero sulla sterrata, io accosterò a DX: chi vorrà fare l'estrema proseguirà dritto, chi vorrà fare il percorso facile proseguirà con me sulla sterrata, fino al primo (ed unico) tornante fra i 2 traversi, da dove inizia un altro sentiero.
Infine, chi si bloccherà sulla estrema non avrà che da scendere alla sterrata e risalirla finché non troverà noi del percorso facile.

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Il sentiero alla 1° intersezione con la sterrata; da qui parte l'estrema.

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Novi ed MDM stanno con me; in arrivo Giuliano e Korradok.

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BetaPD si lancia sull'extreme.

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Già qualcuno in difficoltà.

Circa metà non si cimentano nella prova, dell'altra metà di intrepidi un paio si ritirano, ma non ricordo bene … forse entrambi i PD, forse uno solo, Icio e Faga di sicuro riescono, mi pare anche AlexBott ed Angel, o forse uno solo di questi 2, il Manza pure lui dovrebbe essere arrivato in cima: boh, io non c'ero, ma bravi tutti!
Nel frattempo noi della vita facile chiacchieriamo, fumiamo cicche, mangiamo brioschine; non piove, ma si è alzato un vento molto forte che spinge nuvole scure, cariche di pioggia, sopra di noi; sembra il preludio di un temporale, di una di quelle lavate epocali che rendono così piacevole l'andare in moto! Invece, per fortuna, in tempo terrà: un po' di culo per questa povera IWTF, che stenta un po' a prendere il ritmo.

Continua ...

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max37
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Messaggio da max37 » dom 08 mag, 2011 1:36 am

gran bel report
Max37

http://www.tecnicamotori.it/

La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

SuperHank
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Messaggio da SuperHank » lun 09 mag, 2011 10:38 am

IWTF IV

GETTARE LA SPUGNA?
Riunito il gruppo, si procede per scorrevoli sentieri e sterrate di mezza costa, ma riusciamo di nuovo a perderci! Mi ritrovo solo con Angel, aspettiamo, torniamo insù, prendiamo un sentiero alternativo, molto bello ma non facile, possibile che non seguano la principale, in cima ad un quadrivio ci sono i nostri, ma manca il Faga che li sta cercando chissà dove, mentre un altro ha continuato a salire (ma tanto dovrà scendere, salire da là è cosa da trial!).
Come se non bastasse, MDM ha rotto la pedalina di accensione del TT, spezzata alla base, si trova nella condizione di avviare il mezzo a spinta!
Intanto il povero Aco continua a messaggiarmi, disperato!

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Chi c'è? Di spalle Icio, MDM, il Novi, la XR di Giuliano, Korradok, SuperHank, il Kappa di Belfiori.

Non ricordo come, ma alla fine ci ritroviamo tutti; il Faga fuma, sono le 17 passate e non abbiamo fatto che 40 km scarsi, altro che maratona enduristica.
Ora ci aspetta un sentiero in discesa abbastanza tecnico, ma non impossibile come fatica od ostacoli; chi me lo insegnò, lustri fa, lo chiamava “delle Cavre” e un sentiero buono da capre è buono da moto … quasi sempre.
L'attacco è un po' brutto, tant'è che anch'io rischio di ribaltarmi in avanti, scendendo con troppa foga!

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Il serpentone di moto nel bosco. Icio,AlexBott, Angel, Bestemmiatore, Yamafaga, MDM, ecc., ecc..

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Ed uscimmo a riveder l'asfalto! Non inquadrati il Faga e il Manza.

La foto sopra è stata scattata da Aco che, più ostinato di un esattore delle imposte, ci ha aspettato allo sbocco della mulattiera, solo per salutarci e farci 2 foto; mi sovviene quel film con Richard Gere che piace tanto a mia figlia, Hachiko, dove il cane fedele sta tutta la vita davanti alla stazione del treno, in attesa del ritorno del padrone (che mai arriverà, essendo morto al lavoro). Aco come Hachiko, in attesa degli amici enduristi che mai arrivavano: per fortuna non siamo morti!
A Yamafaga, commosso da tanta dedizione, calde lacrime di gratitudine gli cadono sul completo Hebo.
Ci resta poco più di un'ora di luce, e dobbiamo anche fare benzina. Il gruppo inizia a sfaldarsi:
il Novi è stanco, ne ha abbastanza per oggi, e MDM non può proseguire con la moto menomata, per cui decidono di dirigersi per asfalto all'albergo. Giulietto, che non prevedeva di partecipare a cena e nottata, ma solo ai giri, sorbendosi 4 trasferimenti da/per Trento, ci saluta e torna a casa, ma il giorno dopo non parteciperà.
Prima di fare rifornimento, noi si continua per carrarecce fra i campi fino a raggiungere nuovamente l'Astico, lungo cui percorriamo un anello, prima su una sponda, poi sull'altra; qui Korradok, in un punto dove il sentiero è franato, ridotto ad un virgola di terra sospesa a 30 metri sul torrente, nel transitare su una lastra di marmo, residuo di una antica discarica (eh si, il sentiero è stato aperto dove una volta scaricavano inerti, e non solo, a giudicare dalle bottiglie di plastica presenti, giù nel fiume!) scivola e rischia di cadere. Non vedendolo arrivare, torno indietro a cercarlo, ma il Bestemmiatore o il Belfiori, non ricordo chi, lo ha già aiutato ad alzare la moto e rimetterla in sentiero, per cui il mio apporto è di poco conto, aiutando solo a fare sicurezza sulla lastra di marmo. Ma il bello, o brutto, è che, una volta che i compagni se ne sono andati, sono io che, dopo essermi girato, perdo aderenza, scivolando fuori dal sentiero, col rischio di un tuffo nel fiume! Classico caso dei soccorritori che muoiono al posto di coloro che dovrebbero salvare, come Roland Amundsen, precipitato fra i ghiacci cercando di salvare i naufraghi italiani dispersi sulla banchisa, dopo la caduta del Dirigile Norge del comandante Nobile. Dopo questo cimento il Korradok decide di averne abbastanza, e se ne andrà all'albergo.
Per mia fortuna non ho un destino tanto avverso come questi illustri predecessori, nonostante sia solo riesco a cavarmi dall'impiccio e raggiungo il resto della ciurma. È ormai buio quando siamo al benzinaio: siamo stanchi, è freddo, ricomincia a piovigginare, dobbiamo comunque arrivare ad una ora decente, perché non è che la cucina ci aspetti aperta tutta la notte … qualcuno suggerisce “andiamo all'albergo”, pure io, a questo punto, opterei per la ritirata strategica, sentieri impegnativi al buio, non sono troppo convinto … ma il Faga dice NO, lui non ci sta!!! Ha pensato la IWTF, bisogna fare tutto il percorso, anche di notte, anzi, SOPRATUTTO di notte, altrimenti che IWTF sarebbe!!! Ed allora ci lanciamo sui sentieri della Valdastico, verso i tornantini di S.Zeno; prima di arrivarci c'è una contrada con un passaggio stretto fra 2 case, ora reso ancora più stretto da un impalcatura da muratori … tento il passaggio, il manubrio batte sul tubo di metallo col rumore di cozzo metallico, sono incastrato fra muro della casa ed impalcatura; con un po' di strattoni al manubrio riesco a passare, e anche gli altri dopo di me.

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La strettoia.

Sui tornantini è l'apoteosi del giro; è buoi pesto e non c'è nemmeno la luna, il mio faretto a malapena illumina dove metto la ruota, per fortuna dietro ho Luca, dotato di un triplo faro dalla profondità incredibile, praticamente guido nel suo fascio di luce, ma quando, al tornante, entro nel traverso successivo, è il buio. Tornante, impennata, volèe di 180° per allinearsi al traverso successivo, questa la tecnica per salire; guardo fugacemente in giù, vedo le luci salire, poi nei pressi dei tornanti puntare al cielo per pochi istanti, cambiare repentinamente posizione e rimettersi in marcia, bellissimo!

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Luci nel buio.

In una delle manovre sui tornanti succede il fattaccio: esagero col gas, la moto si impenna troppo, scivolo dalla sella atterrando in piedi sul terreno, ma la moto è troppo alta perché io riesca a ruotare in avanti la manopola del gas per togliere potenza, una frazione di secondo di troppo col gas aperto e la moto schizza in cielo, ruotando di 360°, la lascio cadere a valle mentre mi butto dalla parte opposta! Grazie a Dio non cade dal sentiero e non si rompe nulla, Luca mi aiuta a rimetterla in piedi e con un po' di scalciate riparte. Ho solo girato gli steli dentro le piastre, al primo paracarro le sistemerò. Ultimi tornanti senza problemi per me, ed anche per gli altri.
Percorriamo uno stretto ed esaltante sentiero, sottile come l'impronta di una ruota, che sta a mezzacosta sopra i paesi, poi, per l'ennesima volta in questo lungo pomeriggio, si scende lungo il fiume, a sentieri e sterrate; attraversatolo su un piccolo ponticello, parte la risalita del versante opposto della valle. Velocemente saliamo a mezzacosta, oltre la quota delle ultime borgate abitate; per entrare in val Posina dobbiamo procedere per un percorso molto noto agli enduristi locali, che transita, prima su sterrata, poi su sentiero, attraverso una immensa paleo frana, che insiste su tutto il pendio del monte, la frana del Brustolè; la carrareccia lascia il posto ad un sentiero che perde quota attraverso numerosi, guarda caso, tornanti, stretti su un pendio ripido che precipita nel torrente Posina; mentre scendo faccio fatica a riconoscere la traccia, nonostante l'illuminazione artificiale garantita da Luca: ci sono smottamenti nel sentiero, tracce che proseguono in costa, altre che scendono perdendo quota in maniera imbarazzante, non capisco se sono scoli dell'acqua, tagli della traccia principale, false piste … se finissimo in un vicolo cieco sarebbe un calvario risalire la montagna, anzi, sarebbe probabile dover lasciare lì le moto, ed addio IWTF. Con questi pensieri continuo la discesa finché, attraverso le lenti appannate da umidità e sudore, intravedo una mole oscura e squadrata: è il canale della centrale idroelettrica, il way point che marca il percorso!
Lo si costeggia, finché non si trova il sottopassaggio per l'attraversamento:

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Di giorno appare così (AL.V.E.X. 2005).

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Di notte è ancora più figo!

Oltre il canale ancora poche decine di metri di discesa e siamo nei prati a ridosso del torrente.
Le ultime emozioni ce le riserva Angel, a cui si spegne la moto nel sentiero continuamente, e non riparte: lo sentiamo porcare contro la vite del minimo; dal basso lo prendiamo amorevolmente per i fondelli, il Faga nella sua magnanimità gli fa luce, ed anche lui ci raggiunge.
E qui termina la prima parte della IWTF: sono le 20.00, ci dirigiamo verso Posina per asfalto, sotto la pioggia, distante pochi km, dove ci attendono gli altri per la cena.

IL RIPOSO DEI GUERRIERI - POSINA SATURDAY NIGHT FEVER

Posina è un ridente paesino di montagna, pieno di case in stile tirolese dai balconi fioriti, ristorantini tipici, negozietti di artigianato locale carinissimi, uno struscio da far invidia Cortina … non proprio! In realtà è un paese di morti viventi, ci sono 700 abitanti sparsi in innumerevoli contrade e frazioni, il centro è una via sulla strada che conduce in nessun posto, nel senso che i 2 passi che conducono fuori dalla valle, pur asfaltati, in inverno sono chiusi per neve e slavine, negozi e struscio non esistono proprio, ma un almeno un paio di ristoranti ci sono, che propongono i piatti tipici della valle. Ad attendere gli eroi della IWTF c'è un complesso di majorette in bikini e la banda comunale che per l'occasione suona “Heroes” di David Bowie, mentre il maggiordomo inglese del Faga è pronto a stappare dello Champagne annata 1861, giusto per onorare il 150° della patria … sarebbe stato bello ma il budget non lo ha permesso, ad accoglierci ci sono solo gli amici ritirati anzitempo dal giro, Giorgio, che è meglio delle majorette visto che ci portato tutti i bagagli, Hurrycane ed anche il vecchio amico motobruco Robydoc, che da Verona è salito fin qui in moto solo per mangiare un piatto di gnocchi in compagnia.

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A tavola, signori.

La sistemazione è superlativa: le moto vengono ricoverate in un garage chiuso, al sicuro, i piloti sono alloggiati in una dependance dell'albergo, recentemente restaurata e disposta ad appartamenti: scale di legno, soffitto coi travi, arredo povero da montagna, ma bagni con l'idromassaggio, grande Faga! Docciati, ci appropinquiamo alla sala ristorante e qui scatta quella che in effetti è la seconda prova della IWTF, quella culinaria!

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Qui ci sono 2 che non hanno corso: quali?

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Io ho il posto d'onore di fianco al capo: notare che ha la felpa personalizzata IWTF, solo lui!

Resistere ad un attacco calorico di tal fatta è cosa da uomini veri. Si inizia con vagonate di gnocchi di patate, fatti in casa con i tuberi della vallata, con 4-5 condimenti in terrine per degustazione: la fine del mondo; poi arriva il pasticcio, mi pare ci fosse di carne ed anche di verdure, divino; poi seguono brasati, arrosti, ma oramai ero troppo annebbiato per capire cosa passava nel piatto, vista anche l'alluvione di Cabernet e Rabosello uscire dalle caraffe.
Come sempre, è uno spasso stare a cena con degli enduristi, anche se li conosci poco, ma sopratutto se ci hai appena girato: frizzi, lazzi, prese per il culo sul giro appena fatto sono una costante, alternate a discorsi più seri ma sempre inerenti alla moto, insomma la compagnia è sempre piacevole.
Da segnalare che l'albergo offre anche il servizio massaggio: il Novi si lamenta ad alta voce del male alla schiena, puntando la giovane cameriera, ma la vecchia ottuagenaria padrona del locale è lesta a proclamarsi abile massaggiatrice ed ad offrire i suoi servizi al nostro amico, che dovrà sudare 7 camice per levarsela di torno, fra le risate neanche tanto nascoste degli altri.
Il Faga tenta di impostare un briefing, lo annuncia più volte nell'arco di mezzora, ma il tasso alcolico è troppo alto e non si farà nulla: i briefing sono cosa morta alla IWTF!
A nanna, che domani c'è da guidare.

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Domenica mattina, lo struscio di Posina, col Pasubio imbiancato.

Dopo una ottima e robusta colazione, fervono i preparativi; Giorgio carica i bagagli che verrano riportati a valle, si procede al rabbocco dei mezzi con le taniche, si procede alla consegna ufficiale del Survival Kit per il pranzo volante.
Ci sono delle modifiche nello squadrone: MDM ci saluta, non se la sente, giustamente, di proseguire con la moto senza leva d'avviamento; però abbiamo una new entry, direttamente dalla bassa veronese arriva Carbonela, alias Mirko, un altro motobruco extreme oriented e molto agguerrito, in sella ad un CRE250 2T, che non ha resistito alla fregola che gli è venuta, leggendo delle ricognizioni della IWTF, dove si parlava di troppo duro, sesso estremo … cioè tanto enduro, percorsi estremi, e via dicendo!

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Io me la rido sotto i baffi … oggi gioco in casa, in Valleogra!

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Foto di gruppo.

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Ave Sponsor, morituri te salutant!

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La distribuzione del Survival Kit
Continua …

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Messaggio da SuperHank » mar 10 mag, 2011 12:13 pm

IWTF V
DOMENICA-VALLEOGRA_VALLE AGNO

Come anticipato nel racconto, causa nevicate recenti ci tocca uscire dalla valle per l'asfalto; una settimana prima c'erano ancora 30 cm di neve sulla impegnativa mulattiera che avevo in mente, e nel frattempo è nevicato ancora, perfino la notte stessa della IWTF: non aveva senso perdere ore a spingere 12 moto per fare pochi metri. La salita al colle di Xomo è piacevole nonostante l'asfalto, ci da modo di scaldare piloti e mezzi, e nella parte alta, non essendo la strada aperta d'inverno, le residue lingue di neve vivacizzano l'andare.

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Camera car su Icio.

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Vediamo se arrivano tutti …

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La nostra scopa ci dice OK!

Come già detto, oggi gioco nel giardino di casa, e posso dare il via agli Effetti Speciali. Il primo, lasciamo la strada infilandoci dentro una pineta, in discesa libera tra gli alberi, non c'è sentiero, ma lo intercettiamo dopo pochi metri, è una trincea, potrebbe essere anche una vera trincea del 1915-18, questa era zona di retrovia del fronte; dalla trincea si esce in un discesone che porta in una radura del bosco, solitamente uno sfasciume di sassi, tronchi e ramaglie dove avanzare è difficoltoso, ma stavolta il fondo è abbastanza pulito, per cui scorriamo via veloci, fino ad una sterrata che ci conduce ad una contrada.

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Carbonela in uscita dalla pineta.

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Nei boschi dell'alta Valleogra.

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Riordino gruppo in contrada.

Procediamo in direzione sud est, verso lo sbocco della valle in pianura, con un andamento serpeggiante, scendendo verso il centro della valle per poi risalire verso il crinale, ripetendo tale movimento il più possibile. Come ieri, le difficoltà maggiori sono in discesa, per superarle velocemente mantenendo una buona velocità di crociera.

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Questa, ad esempio, sarebbe stata bella da fare in su.

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Yamafaga.

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Il Novi.

Ma qualche emozione in salita bisogna pur viverla.blocco il gruppo e spiego:”a SX difficile, rampa ripida dal fondo di sassi smossi e grossi da fare a manetta pena impiantarsi e spingere; a DX sterrata facile che si unisce al sentiero; a scelta ...”. 4 fanno la variante facile, gli altri si buttano sul difficile e tutti passano, qualcuno spinge negli ultimi metri, con gli altri che applaudono e godono dello spettacolo!
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Spingere, spingere!

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Dai che siete in cima!

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I ragazzi del taglio non arrivavano, incerti sul bivio da prendere, fra molti simili, giustamente si fermavano ad aspettarmi, senza mettersi a girare a casaccio col rischio di perdersi ...

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… e puntualmente arrivavo.

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Ecco il nostro amico PD.

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Sembriamo fratellini, pure vestiti uguale.

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Svaccamento totale.

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Dai che il Sole magna le ore! Di spalle 3 inarrestabili della IWTF: Icio, Manza e Carbo.

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Si sale ancora, per sentiero di medio impegno, fino ad immettesi in una sterrata.

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AlexBott.

Siamo di nuovo sotto il crinale tra la Valleogra e la Val Posina, in questa fase ho difficoltà a rintracciare il passaggio per scendere; si trattava di raggiungere una piazzola di esbosco, dove la carrareccia moriva, fare qualche decina di metri in libera nel bosco ed immettersi in una sterrata sottostante. Il primo tentativo va a vuoto, il secondo pare seguire la stessa sorte, la traccia è intonsa, molti alberi caduti ostacolano il passaggio, sento il dubbio crescere alle mie spalle, ma questo è il posto giusto, vado avanti in perlustrazione a piedi e confermo: si può procedere!

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Difficoltà di rotta. Il freddo di ieri ha lasciato il posto ad una bellissima e calda giornata di primavera!

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Qualcuno approfitta dei tempi morti per attività … private!

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Qui sto controllando la discesa di tutti: possibile nessuno abbia pensato di fotografare la “libera” nel fogliame spesso? Ahi, ahi, qui ci voleva l'occhio di Aco!

Purtroppo, prima di affrontare questo pezzo, perdiamo il Novi, non nel senso che non lo troviamo più, ma perché lascia la compagnia causa problemi corporali; lo avevo detto , la cena all'alpino non era un riposo, ma una prova estrema per fegato, stomaco ed intestino! Si narra che il pilota Husqvarna abbia sbafato gnocchi in quantità abnorme, finito un piatto di portato con 3-4 porzioni di pasticcio … oggi paga il conto, e mi dispiace, con lui esce di scena, dopo Giuliano ed MDM, l'unico con una moto dual sport: la mia XR rimane solo contro 10 racing.

Continua ...

SuperHank
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IWTF - I Want To Finish - l'enduro dell'anno!

Messaggio da SuperHank » mer 11 mag, 2011 11:10 am

IWTF VI

“TOTALLY XTREME”
Usciamo dal bosco, scendiamo di quota per antichi sentieri che collegavano le contrade prima dell'avvento delle strade attuali, guadiamo torrentelli, poi è di nuovo tempo di salire; una mulattiera carrabile da trattori, quindi larga almeno 3 metri, con tanti tornanti larghi, con rampe dalla pendenza accentuata, e sopratutto un fondo di sasso smosso su cui navigare come il mare; è una goduria spalancare il gas e godere di tutta la spinta del motore; qui ho lasciato strada ad Icio, che si diverta col suo poderoso 530, ma non voglio farmi staccare del tutto, e pur non potendo raggiungerlo (hey, avrà 20 cv in più!) aprendo tutto in 2°-3° riesco a non farmi staccare; in più ho sul culo pure il Crbo, che preme come un cinghiale in calore, gioco sporco e nei tornanti allargo tutto da DX a SX per non farlo passare (viene facile con l'XR, non è certo rapida attorno al paletto, o al centro della curva, come un 2T derivato cross): in cima deve ammetterlo sorridendo il Carbo, che la faccio correre la vecchia XR!
Siamo su, e torniamo giù, per un sentiero che perde quota a tornantini (Finalmente! Mai fatti in questa 2 gg …:-) ) sono molto chiusi e ravvicinati, con troppa foga in uno rischio di fare un dritto e cappottare in avanti, ma la scampo.
Giusto il tempo di rilassarsi qualche centinaio di metri in sterrato che siamo di nuovo a scendere un sentiero che corre sul crinale di una dorsale collinare; soffocato da rovi infestanti, ci obbliga ad una sosta di taglio rami, grazie alla sega che mi porto nello zaino.

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Infrattamento.

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Vai di seghetto.

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La nostra meta successiva è la cima di quella montagna sulla DX.

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Korradok è contento.

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Passaggio di un ponte militare, approntato dall'esercito dopo le alluvioni di novembre 2010

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Anche il Faga è contento: stiamo facendo bel fuoristrada, spediti, senza intoppi.

È rimarchevole il fatto che questo percorso non fosse mai stato testato da nessun altro all'infuri del sottoscritto, i Thienesi sono andati di fiducia totale al sottoscritto; se Luca qualche dubbio aveva, ora leggo proprio nella sua espressione la soddisfazione per il giro messo in piedi.
E devo ammettere che è proprio bello, vario e divertente, impegnativo senza essere mai critico; salite, discese, continui cambi di direzione e scenario, ora le colline, ora le Piccole Dolomiti innevate, dentro i bosco, costeggiando prati, sentieri appena accennati nel sottobosco, ruscelli da guadare, sassi e terra, foglie secche e fango a spruzzi.
Con passo tranquillo, visto il discreto afflusso di camminatori, ci portiamo in vetta al monte Enna, per consumare il Survival Kit fra i crateri che furono sede dei cannoni da 149 mm in cupola girevole.
Breve storia del forte, di me medesimo:
<i>Il forte di Monte Enna era stato costruito intorno al 1912-13 sullo spigolo nord ovest del monte, a
poco meno di 1000 metri di quota; il blocco batterie, armato di 4 cannoni in cupola girevole da 149 mm, teneva sotto tiro tutta la Valleogra, in particolare le possibile vie di invasione che l’Austria avrebbe potuto sfruttare per entrare nella valle. Il blocco servizi e caserma era anch’esso scavato all’interno del monte, a quota più bassa, collegato alle soprastanti batterie da camminamenti sotterranei; altre gallerie erano state scavate successivamente ai lati del forte, per alloggiarvi batterie campali da 75 mm. Nel primo anno di guerra non entrò mai in azione, perché il fronte si era portato, grazie alle avanzate degli italiani, fin sotto Rovereto. Poi, nel maggio giugno 1916, ci fu la famosa offensiva degli Altipiani, la Spedizione Punitiva austriaca, ed il nemico arrivò fino al monte Novegno, il grande vicino del monte Enna, ultimo baluardo prima della pianura veneta; allora le batterie del forte entrarono in azione, ma bombardarono le truppe italiane invece del nemico! Il forte fu fatto tacere, il comandante destituito, e quella fu l’unica sua azione di guerra; l’episodio è controverso, le linee italiane sul Novegno stavano cedendo e, secondo alcuni storici, probabilmente a causa di difetto nelle comunicazioni, il forte, come da tecnica militare, procedette con il cosiddetto “fuoco di contro batteria”, cioè bombardare le proprie linee abbandonate dalle truppe amiche, per impedire che le fanterie nemiche avanzassero: ma i fanti italiani erano ancora nelle trincee!</i>

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Ristoro tappa al Forte.

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Blocco Batterie.

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Crateri delle cupole.

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Si mangia la pappa in cerchio.

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L'abbrutimento dell'endurista dopo 2 gg di moto.

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Purtroppo la mia moto ha problemi, ho perso la molla che tiene in tensione il silenziatore al collettore; un po' di fascetta, la migliore amica dell'endurista (il miglior amico è il filo di ferro) e si riparte.

Noto che la stanchezza comincia ad affiorare nelle fila della truppa, ma ho pronto il sentiero giusto per risvegliare lo spirito dei miei compagni di enduro: di tutte le alternative possibili per scendere dal monte, ho previsto la peggiore, la Via Crucis!
Ho alcune difficoltà a rintracciarla, il soffice tappeto di foglie nasconde le labili tracce sul terreno; girando un po' a casaccio trovo la pista giusta, ed un croce di legno mi indica che sono sul giusto.
Forse è irrispettoso percorrere in moto un sentiero con contenuti religiosi, non lo nego; ma lo utilizzo esclusivamente in discesa, col motore spento, e non penso proprio che roviniamo il fondo, anzi, contribuiamo a tenerlo libero da foglie e rami che, anno dopo anno, lo inghiottirebbero ridonandolo al bosco. In su l' ho fatto solo una volta col trial, e non ci penso proprio a ripetere l'esperienza, meno che meno con l'enduro, perché c'è il gradone!

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Un po' ripido ma nulla di che …

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La foto appiattisce ma c'è un salto di almeno un metro, se si atterra su altre rocce a spuntoni.


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Angel ci pianta il volo, ma niente di grave.

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Lesto è in piedi.

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Vediamo il passaggio dall'alto.

Tutti gli altri passano con relativa facilità, d'altronde sono un gruppo di enduristi di media alta capacità, tutti in sella a moto professionali ed a punto: un gruppo omogeneo e preparato.
Scendiamo, scendiamo, ed arriviamo finalmente al fondovalle, per cambiare versante, spostandoci sulla dorsale che divide la Valleogra dalla Valle dell'Agno.
Qui mi scatterebbe l'anello “Totally Xtreme”, collaudato definitivamente 5 gg prima col trial, ed aperto dal sottoscritto a colpi di motosega. Si tratta di:
A) prendere una mulattiera a salire che poi diventa il letto di un ruscello, affondati in un profondo trincerone;
B)si esce, si prende quota con una sterrata, indi si monta definitamente sul crinale della valle per un sentiero avvitato su se stesso come un cavatappi, da fare in accelerazione inclinandosi sulle alte sponde che lo racchiudono.
C)Brevissimo trasferimento e discesa per quello che era la traccia di un filo a sbalzo per il trasporto a valle del legname; sentiero nel bosco, poi immensa frana su cui calarsi in libera fra i tronchi divelti e i crepacci del terreno; di seguito sentiero sospeso a mezzacosta, largo 50 cm, con diversi gradini da scendere ed un punto in cui si riduceva a 20 cm di larghezza, assolutamente da dare avendo l'assistenza di 2 persone, meglio con corde, onde evitare la caduta in valle.
D) Qualche centinaio di metri di mulattiera, sentiero nel bosco in discesa fino ad attraversare un fronte di frana in diagonale fina ad intercettare un sentiero a tornantini che porta giusto dentro un torrente; guado, sentiero di 30 cm sospeso su canyon laterale affluente del primo torrente, scavalcamento di un tronco posto ad argine del torrente, guado di laghetto sotto cascata del medesimo.
E)Sterrato, breve asfalto, sentiero in salita a tornantini e rampe su lastre di roccia perennemente bagnate da trafilamenti di acqua: fine.
Mi viene la commozione a ripensare a questa meraviglia, alla possibilità di vedere moto e piloti rotolare nel bosco, affondare nel torrente, precipitare dalle cascate, sprofondare nel fango delle frane … purtroppo riusciremo a fare solo i punti A) e B).
Prendiamo la mulattiera, puntiamo verso il torrente, mi accorgo che pochi metri avanti il sentiero è del tutto franato a valle, c'è un cratere profondo 2-3 metri al posto del fondo stradale.

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La voragine.

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Il passaggio del Belfiori.

Ricordavo che 'c'era, dal mio recente sopralluogo col trial, ma non mi sembrava così estesa: o il trial mi ha sfalsato la percezione o si è ingrandita negli ultimi giorni, con un nuovo smottamento.
A SX c'è il pendio che cade nel ruscello, a DX una sponda verticale di un paio di metri, su quest'ultima è rimasta una virgola di terra, ma non è in piano, è semplicemente una unghiata di terra che si protende sul vuoto: è troppo larga, e perdipiù in salita, per poterla saltare via, l'unica è arrivare in accelerazione sulla sponda a monte, inclinare la moto sulla parete mettendola piatta sulla buca, e sospesi in aria fare quei 2 metri sperando di non precipitare di sotto!
Oppure, fermarsi, tornare indietro e prendere la variante facile.
Non so perché ma la seconda ipotesi non la considero, chiudo il cervello, accelero e passo oltre: sono un mito! O forse un mona, dipende dai punti di vista.
Vedo che tutti gli altri mi seguono, solo Korradok e il Bestemmiatore si fermano; sono indecisi, ma poi provano anche loro, con noi pronti a prenderli al volo; i bookmaker li danno perdenti, questa la triste verità, ma loro ci fregano e passano senza colpo ferire, afferrati al volo dalla compagnia della spinta: bravissimi!
Continuiamo a percorrere il torrentello, incassati fra altissime sponde; è una goduria sentire la moto scalciare sui gradini bagnati come un cavallo da domare, o buttarla di forza sulle sponde dove la trazione e migliore; ma non tutti godono così, il nostro serrafile e un PD si sono piantati nel canale e ne usciranno a spinte e porchi.

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In attesa dei dispersi.

Continua ...

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IWTF - I Want To Finish - l'enduro dell'anno!

Messaggio da SuperHank » mer 11 mag, 2011 12:44 pm

IWTF VII
UN GRAN FINALE

Ricompatto il gruppo, affrontiamo il “cavatappi”, superato senza problemi, ma oramai il gruppo si sta “allungando”, si è creata una differenza; io sono in modalità “Turbo Diesel” Turbo perché mi sento in grado di affrontare ogni periglio, Diesel perché potrei continuare a guidare a questo ritmo fino a sera (è stato proprio il Faga a dire che io vado sempre alla stessa velocità, strada o fuoristrada, rettilineo o curva!): poi queste esagerazioni le pago, mi tocca stare 2 gg sul divano a recuperare, ma intanto reggo … sono i PD e Korradok ad essere stanchi e si ventila la possibilità che loro si avviino per la strada più breve e facile da Area Moto, mentre noi terminiamo il “Totally Xtreme”. Carbo è sicuramente bello carico, d'altronde noi abbiamo sul groppone anche la girata gelida di ieri, ma comunque non è affaticato ed pronto a tutto, un cavallo di razza; Icio idem, Yamafaga pure, gli altri non si esprimono, Manzardo mi pare per tagliare ma più per saggezza che per stanchezza; sono le 14, dopo un po' di indecisioni optiamo per stare insieme: OK che nello spirito della IWTF non bisognerebbe mollare e chi non ce la fa ci aspetta alla fine (come ieri il Novi) ma oramai il tempo è finito, tanto vale rimanere tutti insieme e fare un percorso facile.
Facile … appunto.

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Facile come qui, dove il prudente Korradok preferisce accompagnare la moto piuttosto che lasciarla scivolare sulle pietre.

Siccome dobbiamo far benzina ai 2T, mi invento una deviazione con discesa in centro a Recoaro Terme, dove c'è uno dei pochi distributori delle Piccoli Dolomiti; sono tanti i paesetti, una volta con proprio distributore, che lo hanno perso: Posina, Tonezza, San Quirico, Il Maglio di Sopra a Valdagno, Monte di Malo, Velo d'Astico. Poi mi piace l'idea di passare di qui, anche se di misura, possiamo dire di aver fatto fuoristrada in 3 su 5 delle principali vallate vicentine: Valdastico, Valleogra e Valle Agno; abbiamo tralasciato solo la remota Val Brenta e la valle del Chiampo: sarà per la prossima IWTF.
Ma non resisto alla tentazione di fare l'ennesimo anello impegnativo: scendere una stretta valle prima da una parte, poi risalirla dall'altra, per un sentiero a scaglie di pietra e, guarda un po', tornantini! Qui succede un fatto spiacevole, mentre scendiamo un tizio ci fotografa, io non ci facci molto caso, ma qualcuno me lo fa notare; una volta risalita la valle, ci fermiamo in contrada alla fontana, fatalità il tipo passa a piedi; qualcuno gli chiede spiegazioni e quello, per nulla intimorito dal nostro numero ed aspetto truculento, attacca una filippica contro le moto che fanno danni: ohh Signur, non poteva mancare in un giro di enduro che si rispetti il cazziatone; delle foto non mi preoccupo, non provano nulla, al più finiranno in qualche articolo fazioso del CAI.
I ragazzi mi dicono:” Ma non avevi detto che il percorso era facile?”
Ed io:” Si ma … questa coppia di sentieri erano troppo belli per non farveli fare, ma ora basta, scendiamo in paese a far benzina e poi a casa”.
A Recoaro benziniamo i cicli a motore, al distributore studio la cartina (prima volta in tutta la 2 gg) su che strada prendere per ritornare da Area Moto; dobbiamo valicare la dorsale che separe le 2 valli, la via più semplice e prossima è il passo di Civillina, che in più ha il pregio di essere sterrato.
Ma il suo attacco è più in valle rispetto a dove siamo noi, mi scoccia fare la S.S.; anni fa avevo percorso una facile serie di stradicciole sterrate fra le contrade lungo il torrente Agno, addirittura con il 750, per cui facilissime, ed opto per ripetere l'esperienza; ma c'è un però: ci sono passato solo una volta, di solito, nei miei giri, sto in quota, dove i percorsi sono più interessanti, in fondovalle ci passo solo per gli attraversamenti, per cui non mi ricordo bene dove andare. Prendo una strada, ed è quella giusta, ma dopo pochi metri mi convinco, ingannato dalla mappa, che è sbagliata, e prendo tutt'altra direzione, che da principio sembra giusta. Ma cosa non ho compreso sulla mappa? Ho confuso un segno marrone, indicante un canale idroelettrico, per una ippovia destinata agli appassionati di equitazione!


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Ecco il canale, e a DX nella foto il sentiero che lo costeggia.

Inizialmente è un bel procedere, su traccia larga e scorrevole; ma poi, attraversati gli spiaggioni che si intravedono sotto le arcate del canale, il sentiero monta sul pendio della montagna, diventa stretto, accidentato, con piccoli sprofondamenti e dossi che sbilanciano la marcia.
E poi … peggiora! Portatosi a ridosso della spalla del canale, il sentiero lo scavalca su un ponticciolo di cemento, e prosegue lungo il canale tenendolo alla sua SX, mentre il canale va ad appoggiarsi direttamente al monte. Quindi abbiamo: pendio verticale, canale, sentiero largo 30 cm, pendio a precipizio sul torrente Agno, gonfio dallo scioglimento delle nevi.
Io non ho mai fatto questo sentiero, quindi non so dove va a finire e sopratutto, se ha una uscita! Ma come dirlo agli altri? E allora mento spudoratamente, insistendo ad andare avanti. Per fortuna il canale è in secca, difatti più avanti troveremo un cantiere dove stanno riparando la muratura, ma però attrezzature e materiali edili ingombrano il già stretto passaggio e, come non bastasse, un piccolo scavatore è posteggiato proprio sulla spalla del canale, ostruendo quasi completamente il passaggio. Il mistero è come questo mezzo d'opera sia stato portato fin qui, poiché da dove siamo passati noi non ci passa, e nemmeno da dove di li a poco usciremmo … forse esplorando con più cura i dintorni si trovava una carrareccia nascosta.
Ma intanto devo passare la ruspa: a SX rischiando di cadere nel canale o a SX rischiando di cadere nel fiume?

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La risposta è: a DX.

Lentamente, zampettando sui cingoli della ruspa riesco a passare; aiuto quasi tutti gli altri facendo da sponda e afferrando il posteriore delle moto che tende a cadere nel burrone, dato che, passaggio dopo passaggio, il calpestabile utile si riduce sempre più. Dopo la ruspa il sentiero si allarga, spero sia la fine dei guai, ma in resto del gruppo non arriva: hanno i loro problemi.

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Il nostro prode Korradok è caduto in un ruscello!

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Ma se la cavano da soli.

Mi faccio una lunga camminata per andare a controllare, ma quando arrivo la situazione è già risolta. Torno alla ruspa, il Faga mi attende al varco, con fare incazzoso:

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Dai Luca, non incazzarti, lo sai il detto “L'endurista sopravvive sempre all'imprevisto! E poi quanto bello non è questa porta nella roccia?

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E questo è quello che c'è oltrepassata la porta di roccia.

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Sotto il ponte, il rio.

Siamo sopra un ponte su di un ruscello laterale, ponte che non è altro che il canale chiuso a mo di ponte; dove il canale torna sulla terra ferma ritorna alla luce, attraversa per 30 metri un campo e va ad infilarsi dentro una condotta che fa precipitare l'acqua nelle turbine della sottostante centrale.
Il campo a monte del canale è alto 2-3 metri sopra il medesimo, ma c'è un piccolo sentiero transitabile lungo la sponda; quello a valle è più in basso di almeno un metro, significa che la spalla del canale fuoriesce dal terreno di un metro.
Per uscire dall'impasse bisogna raggiungere il campo più alto, da cui si intravede la strada asfaltata; faccio una ispezione a piedi: si possono tentare 3 vie.
La prima: fare un sentiero, largo 20 cm, sospeso sul piccolo torrente, con un gradino giusto a metà, e salire sul campo; rischio di precipitare in questo rio, ma disponibili un paio di metri per la rincorsa.
La seconda: costeggiare il canale sul sentierino a SX, finchè il campo non si abbassa di livello e vi si può accedervi facilmente; problema: per salire sul sentierino ci sono 3-4 gradini per un metro di dislivello, disposti in obliquo, zero rincorsa, si prospetta la fatica enorme di sollevare tutte le moto di peso.
La terza: guidare per 30 metri in bilico sulla spalla in cemento del canale, fino ad un ponticciolo giusto in prossimità della presa della condotta, e passa re nel campo; problema: la spalla è larga 40 cm, con un paio di metri di caduta lato per lato.
Insomma un disastro!
La gente mormora, mi sento come Cristoforo Colombo al centro dell'Atlantico, quando la ciurma era sul punto di ammutinarsi e ritornare in Spagna; questi vorrebbero ritornare indietro, ciascuna delle 3 alternative sono pessime. La prima è la meno peggio, decido di provare, anche se qualcuno mi sconsiglia; metto la moto in linea con la salita, parto deciso, gas sull'ostacolo tirando il manubrio a tutta forza e l'anteriore passa, spinta di gambe e bacino sul serbatoio ed anche la ruota dietro sale, sono nel campo! Tutti mi seguono, ma non è finita: il prato è proprietà privata, c'è il cancello sull'uscita più ovvia, per raggiungere l'asfalto bisogna scalare il prato per buoni 60 metri, dove gli ultimi 2-3 metri sono praticamente verticali; qualcuno ci riesce dopo un paio di tentativi, scendo a piedi, morendo dalla fatica, ad aiutare Korradok che si era infilato in una valletta senza uscita, e siamo tutti fuori.

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Si, vittoriosi sulla via del ritorno, salendo al passo Civillina.

Ce l'abbiamo fatta, nessuno è rimasto intrappolato nel canale, nessuno dalla contrada vicina ha chiamato la polizia! Non si può abusare ancora della propria stella, stavolta è veramente l'ultima, andiamo diretti su asfalto a prendere la sterrata per il Civillina. Ancora sterrato fino al passo Zovo, poi discesa per sentieri fino in pianura, ed ancora le ultime sterrate fra i campi per raggiungere Area Moto a Zanè, dove giungiamo verso le 15.30, con mezzora di ritardo sulla tabella di marcia.
La IWTF 2011 è finita; al negozio ci aspetta il pubblico delle grandi occasioni, Giorgio, Hurrycane, Aco con Signora, per il taglio della torta e la consegna del diploma di partecipazione.

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La torta.

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I 10 della IWTF.

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Si attesta che nei giorni 19 e 20 marzo dell'anno 2011 paertecipando alla I-W-T-F Winter Edition dimostrando eroico sprezzo del pericolo e spirito di abnegazione
Il pilota ALVES FRASCHETTI
è risultato essere Endurista veloce tra i veloci, migliore tra i migliori, forte tra i forti.
MITICOOOOOOOOO!!!


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Il capo riceve il suo attestato dallo speaker della manifestazione Hurrycane.

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Io; neanche alla laurea ero così raggiante!

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Manzardo

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AlexBott

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Angel

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Corrado.

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Il nostro amico PD.

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E anche ad Aco una dovuta pergamena, per quanto si è smazzato a fare le foto il sabato.

Cosa si può dire a conclusione della 2 gg?
Come tutte le cose è suscettibile di miglioramento, ad esempio un briefing sarebbe stato utile per migliorare l'affiatamento del gruppo, ma per il resto è stato un grande successo, per gli organizzatori e sopratutto i semplici partecipanti che si sono divertiti molto, io credo.
Il percorso non è mai stato banale ma nemmeno impossibile, un bel mix di piacere di guida e difficoltà tecniche; la cornice organizzativa è stata superlativa, Faga, Giorgio, Icio hanno messo in piedi un carosello che faceva la sua porca figura.
Ebbene vedremo che altro la fervida mente del nostro Faga riuscirà a partorire ancora!

Ciao
Alves

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Messaggio da rokes » sab 14 mag, 2011 1:36 am

Caro Alves, come non complimentarmi per questo report che non è più un report,
ma un vero e proprio racconto epico a puntate (non una storia romanzata!).

L'ho letto sin dall'inizio, ma come aggiungi sempre un nuovo capitolo, ogni volta ho ripassato il tutto dalla A alla Z.

Tantissima sana invidia da parte mia per tutto quello che riuscite a vivere e a fare sopra a due cerchi tassellati!

La resistenza, (Modalità Turbo Diesel), invece è il frutto dell'età e dell'esperienza.
Concediamoci almeno questo! :lol: :mrgreen:

Ciao,
a presto

Paolo

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