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Il fascino sottile della motocicletta

Pensieri, idee, ipotesi e modi di concepire le due ruote in tutte le varie espressioni. Come intendiamo l'andare in moto e perché. Come affrontiamo i miti, i luoghi comuni e i preconcetti che caratterizzano e a volte affliggono il motociclismo
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Ernesto
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Il fascino sottile della motocicletta

Messaggio da Ernesto » mar 25 mar, 2008 10:27 am

Il fascino sottile della motocicletta
(sei un motociclista classico o romantico?)

Cosa ci attrae tanto in una motocicletta?
Non sembra una domanda molto stimolante, ci sono tante banali ragioni che possono spiegare l'attrazione di un ragazzo verso una moto, da asfalto o da fango. Non verrebbe da chiederci cosa c'è di interessante in un pallone o in una playstation. Però notiamo che a differenza di questi, la passione per la moto non sembra calare con l'età, come sperimentano molti di noi. Quindi come minimo viene il dubbio che le attrattive legate agli aspetti ludici e giovanilistici (Dio come scrivo forbito oggi...!) siano meno importanti rispetto ad altre passioni. Anche l'aspetto sportivo, per quanto importante, non è certo una costante in tutte le dimensioni della pratica motociclistica, cosi come l'amore per la natura cosi importante per noi motoalpinisti è tutt'altro che generalizzato.

E allora cos'altro c'è? IMHO (ora che ho imparato che significa...) un indizio ci viene dalle pagine dello ZAMM. Uno dei temi ricorrenti del libro è la contrapposizione tra ciò che l'autore definisce mentalità classica e mentalità romantica, usando questi termini in modo un po' differente da quella che e' l'accezione comune. Detto in termini un po' semplificati la mente classica è logica, razionale, vede le cose in termini di forma soggiacente, ovvero di relazione fra le parti, funzionamento, fatti oggettivi. L'occhio dell'ingegnere, insomma. La mente romantica invece è più attenta ai sentimenti, ai fattori emotivi, all'aspetto esteriore delle cose, alla loro bellezza. L'occhio dell'artista.

Secondo l'autore una delle cause primarie dell'infelicità risiede nella spaccatura che si è prodotta sin dall'antichità greca tra questi due aspetti, che invece rappresentano due lati inscindibili della natura umana.

Sembra che l'abbiamo presa un po' larga, ma cerchiamo di applicare questi concetti alla moto. Indubbiamente si possono riconoscere in lei le due dimensioni. Decisamente classici sono gli aspetti tecnici, la manutenzione, le prestazioni, le modifiche, le personalizzazioni. Più in generale è classico il piacere di muoversi con un mezzo meccanico ben rodato, di cui ci sembra di capire le dinamiche interne e con cui si finisce per creare una forma di simbiosi. Romantico invece è il vento sulla faccia (stavo per dire il vento nei capelli ma ho temuto che qualcuno si sentisse escluso), il piacere della guida, la sfida dei pericoli e l'avventura verso l'ignoto, l'epica del cavaliere errante, l'ebbrezza della velocità e il fascino sottile della solitudine.
Per alcuni aspetti la cosa è più controversa (l'agonismo è classico o romantico?), ma l'idea l'avete capita.

E allora abbiamo ora un modo molto raffinato per spiegare il fascino della motocicletta: ci attrae perché unendo cosi intimamente gli aspetti classici e romantici nella visione delle cose, ci riconcilia con la nostra essenza interiore. Se ha ragione Pirsig sulla separazione come fonte dell'infelicità, non dovrebbe certo stupirci il senso di benessere profondo, potremmo anche chiamarla felicità, che ci pervade quando usciamo per boschi, e per un bel po' dopo il nostro ritorno.

Molto bene. Ma tutto questo si presta anche ad altre considerazioni. Se esistono una visione classica e romantica, non è affatto detto che siano presenti in parti uguali in ogni motociclista. Anzi nello ZAMM. proprio la spiccata differenza tra la sensibilità classica del narratore e quella romantica dei compagni di viaggio John e Sylvia fa da scintilla ad una serie di riflessioni ulteriori.
Attenzione perché ci vuole un po' di colpo d'occhio a distinguere le due tipologie: non e' detto che chi si circonda di tecnologia teutonica sia lo spirito classico. Anzi è probabile che sia un romantico cosi poco a suo agio con anche solo l'idea della manutenzione da preferire qualcosa di supposto prefetto e indistruttibile, piuttosto che oggetti apparentemente più romantici, nella loro continua richiesta di cure, ma per lui assolutamente ansiogeni.

C'è un brano del libro che trovo gustosissimo: il comando del gas nella BMW di John ha preso del gioco e nonostante le viti siano serrate si muove un po' sul manubrio. Pirsig candidamente ripesca una lattina di birra in alluminio e sta per farne degli spessorini con cui risolvere il problema. John però fa una faccia strana, tira fuori delle scuse e alla fine se ne va con la manopola ancora allentata. Pirsig sulle prime ci resta un pò male, poi capisce che quello che la sua mente classica vede funzionalmente come un materiale perfetto per lo scopo, agli occhi romantici di John appare esteticamente come un residuo di spazzatura con cui si vorrebbe (orrore!) profanare la sua gloriosa BMW. Pirsig se ne fa una ragione, e conclude scherzosamente che avrebbe fatto meglio a sparire nel retrobottega con la lattina, ritagliare di nascosto gli spessori, grattar via le scritte e tornare trionfante da John dicendo che era proprio fortunato, quelli erano giusto gli ultimi spessori della sua fornitura speciale dalla Germania.

Vi fa sorridere John? Tutti tipi classici qui intorno? Ho ripensato a questo brano qualche giorno fa, quando ferveva la conversazione sull'introvabile Kit Extreme per l'Alpetta. Ho provato ad ottenere un risultato analogo riorganizzando il materiale in dotazione, in particolare mostrando come con una semplice modifica si poteva rendere la normale leva del freno compatibile con le pedane arretrate (e rapidamente reversibile), risparmiando tempo e denaro, tanto più che è improbabile che uno decida di tenere il kit in pianta stabile. Bene, non ho ricevuto nemmeno un commento, la conversazione sul dove acquistare l'introvabile leva è proseguita indisturbata. Mi sono macchiato anch'io del peccato di profanazione della Sacra Mula? Chissà...!

E allora ditemi, che tipi siete?

alp
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Il fascino sottile della motocicletta

Messaggio da alp » mar 25 mar, 2008 2:41 pm

Comincio subito a risponderti sul motivo dell’acquisto dell’Alp. Un compromesso fra il poter andare ancora in moto, l’andare fuoristrada, qualcosa di molto leggero ed economico. Una scelta razionale, quindi. Niente a che vedere con l’acquisto dell’F650 BMW: pesante, costosa e bella. La visione romantica della moto è risultata perdente per me!

I motivi che mi spingono a continuare a tenere l’Alp sono gli stessi dell’acquisto. Non riesco a trovare una valida alternativa.

Credo che la passione per la moto sia indipendente dall’età. Ho vissuto più di 30 anni senza sentirne la mancanza e oggi sento che non potrei farne a meno.

Vorrei avere la capacità di gestire la manutenzione della mia moto ma non ne sono capace (vorrei perciò essere più classico). Porto, tuttavia, con me in escursione, una mezza officina di attrezzi, di cui, forse, non saprei servirmene mettendo mano al motore o ad altro (spero nei miei compagni di viaggio!).

Non vivo su di me la scissione di Pirsig classico/romantico.

“Romantico invece è il vento sulla faccia (stavo per dire il vento nei capelli ma ho temuto che qualcuno si sentisse escluso)”…
Ti ringrazio per i tuoi buoni propositi di integrazione delle minoranze “pelate”…
“…il piacere della guida, la sfida dei pericoli e l'avventura verso l'ignoto, l'epica del cavaliere errante, l'ebbrezza della velocità e il fascino sottile della solitudine.”
Tutte cose che vivo parzialmente, con misura.

E poi, perché porsi domande dalle impossibili risposte: l’agonismo è classico o romantico? E’ come te lo vivi tu! Puoi fare il meccanico (classico) o il pilota che non ha idea del motore (romantico) e corre con la foga emotiva di chi vuole vincere a tutti i costi, mettendo a rischio se stesso (più romantico e irrazionale di così!!).

Circa il kit estreme dell’Alp, non ho le capacità per fare trial. Uso la moto anche (o soprattutto) per accompagnare le figlie in giro per la città o per lavoro. Non ci penso proprio a togliere i pedalini posteriori: troppo comodo dare un passaggio nel traffico! (chi monta il kit è classico o romantico?).

Insomma Ernesto, giudica tu se sono un classico o un romantico. Credo di essere troppo romantico per i miei gusti, forse un po’ di classicismo non guasterebbe. O non è così? Alla fine di questa discussione credo di essere un mix confusionale dell’uno e dell’altro (sarà l’effetto shaker delle forcelle dure dell’Alp in fuoristrada!).


P.s.: BELLISSIMA LA FOTO DI PIRSIG E DI SUO FIGLIO SULL'HONDA D'EPOCA. Mi ha davvero emozionato!!!
A presto e...
Buon motortrip,

alp

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Ernesto
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Messaggio da Ernesto » mar 25 mar, 2008 4:43 pm

Grazie Alp per aver partecipato al gioco!

Visto che se tu che me lo chiedi ti dico, anzi ti confermo, che a parer mio sei alquanto romantico. Come tale sei sottilmente affascinato dal mondo classico, ma solo finche' se ne sta a distanza: quando la lente classica si inoltra troppo nella materia senti un senso di fastidio, per non dire di ripulsa (e basta co 'sti pignoni...!).
Pero' da persona curiosa, esperta e pragmatica cerchi di dare sistematicita' al tuo approccio, all'interno del quale ti senti ragionevolmente a tuo agio.
Il dotarti di oggetti totemici dell'universo classico (gli attrezzi), che ammetti tu stesso forse non saresti in grado di usare, tradisce pero' una punta di ansieta' residua.

D'altra parte questa ansieta', se c'e', e' ben lungi dal rovinarti il piacere del motoalpinismo, e ci credo quando dici di non sentire una scissione in te. La scissione di cui parla Pirsig e' comunque solo di riflesso presente nell'animo umano: compenetra piuttosto tutto cio' di cui ci circondiamo, come ad esempio le fabbriche che sono necessarie a soddisfare i nostri bisogni ma al tempo stesso rendono triste e spesso avvelenato il nostro mondo.

Il Kit Extreme e' piuttosto romantico nel senso che evoca qualcosa che non trova conferma nei parametri tecnici della moto, che restano relativamente immutati. Puo' essere gia' piu' classica la curiosita' di provare il concetto, e decisamente classico il farlo usando lima e trapano...!
Ma non prendiamo troppo alla lettera queste definizioni. D'altra parte l'intento di Pirsig (e in subordine il mio) e' quello di unificare, non di dividere ulteriormente, e le cose in realta' sfumano le une nelle altre.

Mentre scribacchiavo sul portatile le cose che ho pubblicato in questi giorni, in qualche modo compiacendomi della mia natura squisitamente classica, mia moglie e' passata a sbirciare e mi ha detto affettuosamente, senza ombra di ironia, "come sei romantico...!"

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Messaggio da max37 » mar 25 mar, 2008 6:26 pm

visto che non riesco a mettermi a fuoco non so inquadrarmi :lol:
a me la meccanica piace e mi arrangio a fare quasi tutto sulla moto.
per l'acquisto prevale l'irrazionalità e giudico la bellezza di un'oggetto al primo posto.
non avrei preso il superenduro altrimenti.
troppo pesante per fare enduro vero e troppo scomodo per fare del vero turismo, ma quando si accelera però...
sa regalare delle emozioni forti come il beta che ho preso anche se le emozioni sono date non dalle prestazioni ma da quello che ti permette di fare la moto ed i posti che si riescono a raggiungere.
razionalmente una moto da strada semituristica o una moto tipo l'alp avrebbe più senso però non mi darebbero il piacere che le due moto che ho preso mi danno.
Max37

http://www.tecnicamotori.it/

La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.

Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.

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Messaggio da Ernesto » mar 25 mar, 2008 8:27 pm

Non ho intenzione di commentare e analizzare ogni risposta, anche perche' potrebbe diventare un po' ansiogeno per voi e pesante per me....

Ma non posso evitare di notare come la persona per molti versi piu' classica del forum sbandi paurosamente, a modo suo, sul romantico, cosa peraltro gia' venuta fuori in altre situazioni piu' canoniche... 8)

Ovviamente la contraddizione e' solo apparente, o se vogliamo e' solo un bell'esempio di felice sintesi in salsa motociclistica. (Anna, che ne dici????)

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Messaggio da SuperHank » mer 26 mar, 2008 12:07 pm

E allora abbiamo ora un modo molto raffinato per spiegare il fascino della motocicletta: ci attrae perché unendo cosi intimamente gli aspetti classici e romantici nella visione delle cose, ci riconcilia con la nostra essenza interiore. Se ha ragione Pirsig sulla separazione come fonte dell'infelicità, non dovrebbe certo stupirci il senso di benessere profondo, potremmo anche chiamarla felicità, che ci pervade quando usciamo per boschi, e per un bel po' dopo il nostro ritorno.
Sottoscrivo in pieno!
Mirabile sintesi di pensieri complessi.

Io mi sento 75% romantico, 25% classico.
O forse no; in realtà romantico e classico sono così compenetrati nella passione per la moto che non riesco a scinderli e misurarli separatamente.
O meglio: sono intimamente romantico, vorrei essere più classico ma non ci riesco; anzi no, a volte, in ambito extra moto, mi rendo conto che se fossi più romantico e meno classico sarei più sereno con me stesso.
Nel girare in moto cerco sensazioni romantiche: luoghi abbandonati, poco frequentati, non turistici.
Nel comprare le moto sono romantico per necessità: pochi soldi, compro mezzi vecchi al limite dell’epoca.
Classicamente ammiro l’ultimo tecnicissimo KTM 5…e passa, o il BMW GS800, o le trial a 4T del 2008; ma poi non so se, avendo 20.000 € da spendere in moto, mi prenderei “classicamente” le 3 moto sopradette, oppure “romanticamente” acquisterei 30 rottami di 20 anni fa, ma ciascuno legato a qualche emozione (quella che aveva l’amico, quella che aveva il nemico, quella che desideravo a 15 anni, ecc., ecc.).

Ciao
Alves

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Messaggio da fab » gio 18 set, 2008 12:30 am

Ero già restato allibito dalla trattazione circa il pignone e dall'esperimento con le pedane arretrate e il cavalletto adattabile, ma Ernesto non finisce mai di stupire. Grazie di scrivere su questo forum, e se scrivi altrove, passami il link.

Mi sarebbe venuto da lasciare. ironicamente, quale unico commento "ma davvero c'è un kit per la Alp? Ma anche per il 2003? Quanto costa?". Poi ho pensato che valeva la pena complimentarsi.
FAB.

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Messaggio da Ernesto » lun 22 set, 2008 1:06 pm

Ti ringrazio molto dell'apprezzamento, Fab, e se lo pensi fai bene a esprimerlo: per il cinismo, l'indifferenza ed il sarcasmo c'e' gia' la televisione.

Tornando alle mie sciocchezzine tecnosofiche, tranquillizzati: le riservo in esclusiva a questo Forum! :D

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Messaggio da alp » lun 22 set, 2008 4:01 pm

Ernesto ha scritto: Tornando alle mie sciocchezzine tecnosofiche, tranquillizzati: le riservo in esclusiva a questo Forum! :D
Anch'io ti ringrazio di cuore per la tua costante e qualitativa presenza. Senza di te, probabilmente, molti di noi non sarebbero qui, in questo spazio virtuale, a leggere, pensare e scrivere di moto ... e non solo.
A presto e...
Buon motortrip,

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Messaggio da rxman » lun 22 set, 2008 9:56 pm

secondo me l'attrazione verso la moto è una cosa che c'è dentro al nostro subconscio, che da piccoli tutti abbiamo (i bambini quando vedono una moto si sbracciano a salutare, tutti) poi crescendo solo alcuni rimangono con questa passione.

forse solo per il motivo che l'uomo sopra una moto resta un uomo, è vulnerabile, per quante protezioni abbia non avrà mai la sicurezza di una macchina, quindi un uomo sopra una moto è un "uomo vero".

questo video parla della passione della moto con parole bellissime

http://www.youtube.com/watch?v=1V02U1QUcV8
"la moto, una cosa così meravigliosa non può non avere un anima"
Valentino Rossi

Immagine
http://sites.google.com/site/mondoemotori/

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