durante la via del rientro verso la bassa, dopo l'impresa fallita del Ponte Negrone squilla il cellulare del mio compare
dal satellite rimbalza la voce del terzo assatanato di bicialpinismo che sabato era assente per via del fatto che era stato a fare una sciata alpinistica (la famigerata Porta Nera, quella che un paio d'anni fa mi "regalò" una raggelante esperienza di trascinamento slavino che tutt'ora mi fa sudare le mani solo a ripensarci) e ci chiede se l'indomani fossimo stati disponibili per una baicata
il mio compare del Negrone risponde entusiasticamente di si mentre io tentenno a causa dell'enorme dispendio di energie del giro appena concluso
ma gli amici inistono, è da qualche mese che non usciamo insieme in bici e quindi mi faccio tirare dentro, sempre che mi fossi svegliato con la parvenza di un essere umano e non troppo indolenzito
per venire incontro alle esigenze di tutti fissiamo il rendez vous con grandioso comodo alle nove e mezza
domenica alle otto meno qualcosa mi sveglio e mi sento molto meglio di ogni mia più rosea aspettativa
qualche magagnetta circa la meta (l'orobico avrebbe voluto stare dalle sue parti, io dalle nostre....), alla fine si opta per la val ossola
giunti a Preglia, poco dopo Domodossola, lasciamo una macchina nei pressi della stazione e con l'altra percorriamo la strada incredibilmente irta e strettissima per l'Alpe Onzo da dove avremmo iniziato a pedalare in prossimità di una sbarra che impedisce di proseguire (già arrivare all'alpe credetemi non è un'impresa banale...) - questo piccolo trucco agevolato dal fatto che siamo in tre con due auto (dato che uno arriva dalle orobie) ci permette di abbattere di qualsi 500mt la salita, cosa che ci concediamo di tanto in tanto specie se il giorno prima abbiamo già dato

da qui la meta sarebbe stata l'Alpe Fuori a circa 1700mt; gli scenari sono meravigliosi, di quelli che l'Ossola offre con magnifica generosità e pedalare all'ombra, data la pendenza tutt'altro che trascurabile, è un piacere che ci fanno gli alberi senza nulla chiedere in cambio

tornante dopo tornante guadagniamo velocemente quota e gli scorci verso valle si fanno sempre più incantevoli

cominciamo a pestare la prima neve, cosa incredibile a metà aprile, su un versante a sud e poco più di 1.000mt di altitudine: colpa/merito della nevicata di metà settimana i cui effetti ci sorprendono
prima di noi è evidentemente passato un "collega" motoalpinista

una foglia, stupita almeno quanto noi della nevicata di pochi giorni prima, si scava una cruna nella neve per trovare un pò di tepore e macerare

a circa 1.350mt la neve non solo si è impossessata della strada di salita ma ora anche del bosco che avremmo voluto ridiscendere dall'Alpe Fuori
tante cose si possono fare con la volontà ma scendere su un sentiero montano in bici a queste quote con la neve non è proprio cosa (in estate ci capitano spesso dei tratti innevati ma siamo ben sopra i 2.000mt e sono nevai da percorrersi in discesa secca, non certo sentieri tecnici!)
non abbiamo altra scelta che abbandonare la strada e cominciare la discesa ben prima del previsto ma non è un problema dato che grazie alla macchina lascia a fondo valle abbiamo davanti a noi oltre 1.000mt di single da goderci!

non provo nemmeno a provare a descrivervi la discesa, credo che la nostra lingua non abbia nemmeno la terminologia adatta oltre ai miei limiti descrittivi ma spero che queste immagini arrivino dove le parole non potrebbero portarvi



durante la discesa - dove fare foto mi è più difficile dato che sono in modalità super-divertimento e che tengo l'attrezzatura nello zaino per ovvi motivi di conservazione della stessa ma questo alpeggio con vista sul Cistella non potevo perdermelo

infine una fotografia della traccia del giro, qualora qualcuno fosse interessato a provare a ripercorrerlo

alla prossima