Questa cartellonistica discriminatoria e moralmente difficile da digerire mi strappa un sorriso: niente male fare un’attività outdoor non illegale, almeno per ora perché mi risulta che da qualche parte nel nord est stanno ponendo dei limiti anche alle mtb!!!!

Ad Anzuno, grazie ai proprietari di queste baite faccio acqua riempiendo una bottiglietta di plastica che avevo in auto – oggi inauguro uno zaino nuovo e cambiare abitudini a un quasi anziano non fa bene: avendo dimenticato a casa l’acqua (ma come si fa? Proprio io che raccomando sempre agli altri di essere certi di averne….) ho con me solo un Gatorade acquistato in un bar, meglio avere più acqua

Dopo Anzuno e sino al momento in cui intercettiamo la strada “ufficiale” che porta agli impianti di Domobianca, la salita è particolarmente dura e non di rado scendo preferendo spingere la bici piuttosto che farmi scoppiare il cuore per salire al limite dell’equilibrio. Raggiunto nuovamente l’asfalto per gli ultimi 300mt di dislivello mi prende la fregola di sfidare i compari in sella tipo Gran Premio della Montagna. Non so perché me ne viene voglia, di solito non sono competitivo ma trovo terreno fertile in Corrado che mi tiene testa e risponde ad ogni mio tentativo di strappo restando solo pochi cm dietro alla mia ruota anteriore. Fisicamente non c’è storia, lui è molto più forte di me però non mollo e manteniamo un ritmo “agonistico” sino al piazzale degli impianti. Corrado sostiene di aver vinto ma ha voluto decidere lui dove fosse la linea di un traguardo immaginario che secondo me era almeno un paio di metri dietro al punto da lui indicato... Ci concediamo una sosta presso un piccolo ristoro che ci offre una bella insalatona fresca.
Dobbiamo ora decidere il da farsi.
Le opzioni sono due: o continuiamo a salire altri 300mt circa per poi tentare un traverso e quindi la discesa (siamo a quota 1.100mt, quindi abbiamo fatto circa 700mt la gita si completerebbe con il classico “millino”) o proseguiamo sino alle pendici del Moncucco sfiorando i 1.900mt di quota per portarci a casa quasi 1500mt di dislivello. A Foppiano decidiamo di proseguire, infondo dobbiamo festeggiare l’addio al celibato di uno di noi quattro: Elio giovedì si sposa, merita una gita come si deve!

La salita, come se prima s’avesse scherzato, rimane bella ripida ma almeno ora è asfaltata: stare in sella è fattibile

Da questa visuale si può constatare l’incredibile quota neve di questa folle primavera: da questo punto di vista sembra uno scenario di fine autunno, inizio inverno!

Una sbirciata alla cartina e l’ennesima riprova: la mia bimba l’è proprio di una bellezza scintillante!

Ecco un candidato ad essere registrato come il tetto più basso del mondo

Non sono sposato ma mi pare d’aver intuito che i preparativi potrebbero stendere un rinoceronte. Da questa posa pare che il futuro sposino stia meditando una fuga all’ultimo minuto…

… ma noi abbiamo promesso alla sua compagna di riportarlo a casa e quindi lo bracchiamo!

Il gruppo si sgrana, uno ora è solo un puntino

Qui invece un “puntone”

Alle pendici del Moncucco, con sullo sfondo sua Maestosità il Monte Rosa (sono pronto a battermi per difendere il fatto che sia la montagna più bella dell’Universo!), io e la mia bici in posa estrema festeggiamo l’inizio della discesa

La fida Bark con sullo sfondo alcuni parenti reali scalpita in attesa di lanciarsi in discesa e mostrarmi ancora una volta la sua solidità e perfezione meccanica

Nei pressi dell’Alpe Mere troviamo con mio stupore una Beta Alp

Lo sposo dopo le fatiche della salita pare godersi appieno la gioia della discesa, tutt’altro che banale e bella tecnica come piace a noi

S’era lassù!

Lo spettacolo di un’esplosione di fiori
Nei pressi dell’Alpe Maianco un po’ di sano portage, senza il quale una gita non è una gita

Questa è venuta mossa ma era difficile anche stare in piedi tanto era ripido e viscido il fondo

Arrivati a Tappia, uno scorci di questo meraviglioso paese di mezza montagna ossolana

Rimanendo in tema di nozze, anche un invito al quale ci riesce impossibile resistere

Mentre la decisione di fare una meritatissima degustazione, lo sposo non rinuncia al suo Sogno e da sue notizie a casa (non saremo di rientro prima di una certa….)

All’interno della cantina del gentilissimo e cordiale Corrado trovano ospitalità alcune bottiglie che hanno vinto la loro personalissima sfida la tempo: un Barolo del ’64 ed uno Spanna del ’75 (altrimenti noto come Nebbiolo)


Botti in legno, alluminio e vetroresina: che succo divino l’uomo italico senza pari al mondo (con buona pace dei francesi) ha imparato ad estrarre dall’uva


Gran finale, reso più “intenso” dal fatto di avere una bottiglia di vino a testa nello zaino: vietatissimo cadere!!!!

Niente da dire, è stato un gran bel fine settimana tra il giro-in-giro di sabato in moto (http://motoalpinismo.forumup.it/viewtop ... ismo#69986) e l'uscita di domenica in mtb di oggi!
Dedicato a Elio, amico formidabile all’alba del suo matrimonio