[size=150]ATTENZIONE[/size]: oggi dalle 13:00 circa il forum sara' utilizzabile in sola lettura per operazioni di manutenzione. L'operazione dovrebbe durare alcuni minuti,
MinaTour
MinaTour
Non tanto lontano da casa c'e' una zona ricchissima di miniere, oggi
abbandonate:
http://www.carboniaiglesias.net/miniere.asp
Queste miniere si raggiungono su strade sterrate che attraversano territori
splendidi. Una visita ad alcuni di questi siti e' un'ottima scusa per fare un
po' di turismo "sporco" che coniuga storia, archeologia industriale, natura e
divertimento.
Qui le moto, in un pezzo di asfalto relativamente recente che parte dallo
sterrato principale e porta ad un agriturismo. Ne avevo sentito parlare ma
questa era la prima volta che lo vedevo. Il tema dell'asfalto che avanza
ritornera' altre volte durante il percorso...
Vieni, c'e' una strada nel bosco...
Vista in questa ed altre foto la strada sembra priva di difficolta' e
percorribile anche da moto stradali, ed e' cosi' che la ricordavo. In realta' in
molti tratti e' peggiorata notevolmente, con sassi, canali, ghiaia, sabbia e
anche piccoli guadi; questo ha reso la cosa piu' divertente per me che avevo una
moto adatta ma piuttosto impegnativa per il mio compagno di escursione, con poca
esperienza fuoristradistica e con una moto pesante e gommata stradale. Ci sono
stati un paio di punti al limite... ma tutto e' filato liscio. Certo, e' mancato
un po' di divertimento (e foto del collega con la gamba intrappolata sotto la
moto che, senza alcuna speranza di sollevare da solo quel bisonte, in mancanza
di aiuto sarebbe ben presto diventato cibo per cinghiali; ma non si puo' avere
tutto... ), ma in fin dei conti eravamo li' per passeggiare.
Si supera la miniera di Barraxiutta e si arriva alla miniera di Sa Duchessa. Si
noti la Alp in versione Gran Turismo e Long Range (nel senso che avevo due litri
di benzina nella borsa laterale non a contatto con lo scarico):
Passiamo la miniera di Tiny e, immediatamente dopo, arriviamo ad Arenas:
Negli ultimi anni i vecchi siti minerari abbandonati vengono recuperati a scopo
turistico. Iniziativa lodevole sotto vari punti di vista (posti di lavoro,
possibilita' per i piu' giovani di toccare con mano un modo di vivere e lavorare
piu' duro di quanto molti di noi oggi riuscirebbero a concepire), ma che fa
perdere sicuramente il fascino del luogo fantasma e dell'esplorazione libera
degli edifici e delle gallerie. Quest'ultima cosa e' ormai praticamente
impossibile visto che le gallerie non aperte a scopo turistico (e visitabili
solo con guida) sono "messe in sicurezza" (traduzione: sono chiuse, con la
sicurezza di non poter piu' divertirsi a esplorarle come fino a pochi anni
fa). La cosa pero' ha anche dei piacevoli effetti collaterali, soprattutto nella
pausa pranzo:
Il giro riprende:
Costeggiamo la miniera di Baueddu, una grossa cicatrice aperta nel verde, e
arriviamo alla miniera di Malacalzetta:
A vederla cosi' sembra abbandonata da una vita, ma una mia amica ricorda di aver
vissuto li' quando faceva le elementari... ed e' piu' giovane di me. Viene da
pensare a quanto diceva Rokes qui...
http://motoalpinismo.forumup.it/viewtop ... oalpinismo
Si riparte. Dopo un po' si lascia lo sterrato per qualche km di asfalto
curvosissimo, ma ben presto si incontra la miniera di Candiazzus e si va via di
nuovo per la cattiva strada:
A bordo strada troviamo qualcosa di strano, nascosto dalla vegetazione:
Ho percorso diverse volte questa strada in 4x4 e non l'avevo mai
notato. Probabilmente la prima volta che sono passato di li', prima della mania
(nonche' obbligo di legge) di mettere in sicurezza i siti minerari, questa
galleria non sarebbe stata ancora murata e io non sarei restato con la voglia di
sapere quanto a fondo si spinge nel fianco della montagna e quante curiosita'
nasconde.
La strada conduce a un dedalo di viuzze, tutte rigorosamente a fondo naturale,
in cui come al solito si perde l'orientamento. Senza il GPS e le mappe IGM piu'
foto aeree (descritte qui) non avremmo raggiunto la destinazione cosi'
facilmente. Ma alla fine:
La giornata e' sempre stata velata con qualche occasionale spruzzata di acqua
mista a sabbia. Non e' il tempo migliore per rendere giustizia a questo panorama
che avrebbe meritato i colori accesi di una giornata di sole, ma bisogna
accontentarsi.
Ripartiamo e scendiamo verso il mare. La strada si snoda lungo il fianco della
montagna ed e' piuttosto esposta, ma e' larga e ben messa e non ci sono
rischi. Forse dovrei parlare al passato, pero'. Questo, subito dopo il punto
panoramico, e' l'ultimo tratto sterrato:
Immediatamente piu' in la' riprende l'asfalto, anche questo una novita' rispetto
all'ultima volta che ho fatto questa strada. Il giro finisce qui; ora resta
soltanto il lungo trasferimento verso casa. Un po' piu' avanti, dove c'era la
deviazione per la miniera di Acquaresi e altre strade percorse anni fa in Land
Rover, c'e' un bivio enorme con tanto di cartelli e aiuole spartitraffico da
fare invidia a strade ben piu' trafficate, e un'altra bella (!) strada
asfaltata. Chissa' se hanno lasciato qualcosa. Poco dopo superiamo il valico
verso Masua (e lo splendido panorama di Porto Flavia e il Pan di Zucchero) che
una decina d'anni fa era tutto un susseguirsi di stretti tornanti con diversi
punti esposti e privi di protezione, il tutto rigorosamente sterrato e largo
quanto bastava a consentire il passaggio di due mezzi affiancati (be', forse, se
i mezzi non erano troppo ingombranti e il pelo sullo stomaco troppo
poco. Altrimenti, retromarcia fino al primo slargo). Era uno spettacolo. Ora
sono rimasti solo alcuni tratti del percorso originale, non piu' raggiungibili
dal recente nastro di asfalto.
Ricordo che, poco dopo il mio arrivo in Sardegna e l'inizio dell'attivita'
escursionistica, mia madre mi chiedeva sempre dove andavo a mangiare quando
andavo in giro. Io le spiegavo che bisognava portarsi il pranzo al sacco perche'
non c'era altra possibilita' di mangiare e lei non riusciva a capacitarsi del
fatto che non ci fossero ristoranti. Be', dopo aver percorso questa strada, ha
capito. E non era niente, ovviamente, rispetto ai posti che potevamo raggiungere
a piedi. Se la cosa fosse accaduta oggi avrebbe continuato a non capire...
Certo, per chi vive in queste zone l'arrivo dell'asfalto semplifica la
vita. Quello che per noi e' un divertimento per loro e' un fastidio. Mentre noi
poi ritorniamo alla civilta' e alle sue comodita' loro restano li', in mezzo al
niente o quasi, e la possibilita' di raggiungere un ospedale, un ufficio
pubblico o il loro posto di lavoro senza dover fare il Camel Trophy e'
sicuramente la benvenuta. Sara' quindi un sentimento egoistico ma l'espansione
senza limite, come un cancro in metastasi, dell'asfalto mi mette una tristezza
infinita. Cosa restera' alla fine?
abbandonate:
http://www.carboniaiglesias.net/miniere.asp
Queste miniere si raggiungono su strade sterrate che attraversano territori
splendidi. Una visita ad alcuni di questi siti e' un'ottima scusa per fare un
po' di turismo "sporco" che coniuga storia, archeologia industriale, natura e
divertimento.
Qui le moto, in un pezzo di asfalto relativamente recente che parte dallo
sterrato principale e porta ad un agriturismo. Ne avevo sentito parlare ma
questa era la prima volta che lo vedevo. Il tema dell'asfalto che avanza
ritornera' altre volte durante il percorso...
Vieni, c'e' una strada nel bosco...
Vista in questa ed altre foto la strada sembra priva di difficolta' e
percorribile anche da moto stradali, ed e' cosi' che la ricordavo. In realta' in
molti tratti e' peggiorata notevolmente, con sassi, canali, ghiaia, sabbia e
anche piccoli guadi; questo ha reso la cosa piu' divertente per me che avevo una
moto adatta ma piuttosto impegnativa per il mio compagno di escursione, con poca
esperienza fuoristradistica e con una moto pesante e gommata stradale. Ci sono
stati un paio di punti al limite... ma tutto e' filato liscio. Certo, e' mancato
un po' di divertimento (e foto del collega con la gamba intrappolata sotto la
moto che, senza alcuna speranza di sollevare da solo quel bisonte, in mancanza
di aiuto sarebbe ben presto diventato cibo per cinghiali; ma non si puo' avere
tutto... ), ma in fin dei conti eravamo li' per passeggiare.
Si supera la miniera di Barraxiutta e si arriva alla miniera di Sa Duchessa. Si
noti la Alp in versione Gran Turismo e Long Range (nel senso che avevo due litri
di benzina nella borsa laterale non a contatto con lo scarico):
Passiamo la miniera di Tiny e, immediatamente dopo, arriviamo ad Arenas:
Negli ultimi anni i vecchi siti minerari abbandonati vengono recuperati a scopo
turistico. Iniziativa lodevole sotto vari punti di vista (posti di lavoro,
possibilita' per i piu' giovani di toccare con mano un modo di vivere e lavorare
piu' duro di quanto molti di noi oggi riuscirebbero a concepire), ma che fa
perdere sicuramente il fascino del luogo fantasma e dell'esplorazione libera
degli edifici e delle gallerie. Quest'ultima cosa e' ormai praticamente
impossibile visto che le gallerie non aperte a scopo turistico (e visitabili
solo con guida) sono "messe in sicurezza" (traduzione: sono chiuse, con la
sicurezza di non poter piu' divertirsi a esplorarle come fino a pochi anni
fa). La cosa pero' ha anche dei piacevoli effetti collaterali, soprattutto nella
pausa pranzo:
Il giro riprende:
Costeggiamo la miniera di Baueddu, una grossa cicatrice aperta nel verde, e
arriviamo alla miniera di Malacalzetta:
A vederla cosi' sembra abbandonata da una vita, ma una mia amica ricorda di aver
vissuto li' quando faceva le elementari... ed e' piu' giovane di me. Viene da
pensare a quanto diceva Rokes qui...
http://motoalpinismo.forumup.it/viewtop ... oalpinismo
Si riparte. Dopo un po' si lascia lo sterrato per qualche km di asfalto
curvosissimo, ma ben presto si incontra la miniera di Candiazzus e si va via di
nuovo per la cattiva strada:
A bordo strada troviamo qualcosa di strano, nascosto dalla vegetazione:
Ho percorso diverse volte questa strada in 4x4 e non l'avevo mai
notato. Probabilmente la prima volta che sono passato di li', prima della mania
(nonche' obbligo di legge) di mettere in sicurezza i siti minerari, questa
galleria non sarebbe stata ancora murata e io non sarei restato con la voglia di
sapere quanto a fondo si spinge nel fianco della montagna e quante curiosita'
nasconde.
La strada conduce a un dedalo di viuzze, tutte rigorosamente a fondo naturale,
in cui come al solito si perde l'orientamento. Senza il GPS e le mappe IGM piu'
foto aeree (descritte qui) non avremmo raggiunto la destinazione cosi'
facilmente. Ma alla fine:
La giornata e' sempre stata velata con qualche occasionale spruzzata di acqua
mista a sabbia. Non e' il tempo migliore per rendere giustizia a questo panorama
che avrebbe meritato i colori accesi di una giornata di sole, ma bisogna
accontentarsi.
Ripartiamo e scendiamo verso il mare. La strada si snoda lungo il fianco della
montagna ed e' piuttosto esposta, ma e' larga e ben messa e non ci sono
rischi. Forse dovrei parlare al passato, pero'. Questo, subito dopo il punto
panoramico, e' l'ultimo tratto sterrato:
Immediatamente piu' in la' riprende l'asfalto, anche questo una novita' rispetto
all'ultima volta che ho fatto questa strada. Il giro finisce qui; ora resta
soltanto il lungo trasferimento verso casa. Un po' piu' avanti, dove c'era la
deviazione per la miniera di Acquaresi e altre strade percorse anni fa in Land
Rover, c'e' un bivio enorme con tanto di cartelli e aiuole spartitraffico da
fare invidia a strade ben piu' trafficate, e un'altra bella (!) strada
asfaltata. Chissa' se hanno lasciato qualcosa. Poco dopo superiamo il valico
verso Masua (e lo splendido panorama di Porto Flavia e il Pan di Zucchero) che
una decina d'anni fa era tutto un susseguirsi di stretti tornanti con diversi
punti esposti e privi di protezione, il tutto rigorosamente sterrato e largo
quanto bastava a consentire il passaggio di due mezzi affiancati (be', forse, se
i mezzi non erano troppo ingombranti e il pelo sullo stomaco troppo
poco. Altrimenti, retromarcia fino al primo slargo). Era uno spettacolo. Ora
sono rimasti solo alcuni tratti del percorso originale, non piu' raggiungibili
dal recente nastro di asfalto.
Ricordo che, poco dopo il mio arrivo in Sardegna e l'inizio dell'attivita'
escursionistica, mia madre mi chiedeva sempre dove andavo a mangiare quando
andavo in giro. Io le spiegavo che bisognava portarsi il pranzo al sacco perche'
non c'era altra possibilita' di mangiare e lei non riusciva a capacitarsi del
fatto che non ci fossero ristoranti. Be', dopo aver percorso questa strada, ha
capito. E non era niente, ovviamente, rispetto ai posti che potevamo raggiungere
a piedi. Se la cosa fosse accaduta oggi avrebbe continuato a non capire...
Certo, per chi vive in queste zone l'arrivo dell'asfalto semplifica la
vita. Quello che per noi e' un divertimento per loro e' un fastidio. Mentre noi
poi ritorniamo alla civilta' e alle sue comodita' loro restano li', in mezzo al
niente o quasi, e la possibilita' di raggiungere un ospedale, un ufficio
pubblico o il loro posto di lavoro senza dover fare il Camel Trophy e'
sicuramente la benvenuta. Sara' quindi un sentimento egoistico ma l'espansione
senza limite, come un cancro in metastasi, dell'asfalto mi mette una tristezza
infinita. Cosa restera' alla fine?
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I buoni vanno in paradiso, i cattivi vanno fuoristrada
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MinaTour
applausi a scena aperta! che posti, che voglia di avere non solo il carrello ma anche un'imbarcazione con il carrello per venire da quelle parti...
e Alp e Transalp: lo definirei il giro della "strana coppia"!
e Alp e Transalp: lo definirei il giro della "strana coppia"!
Perché l'assenza è l'assenza ma la presenza ha qualcosa in più (cit. cousin Vinni)
MinaTour
[ATTENZIONE: battuta politicamente Scorretta piu' avanti] Tengo a precisaretanta robbbba ha scritto:e Alp e Transalp: lo definirei il giro della "strana coppia"!
che il TRANSalp era il suo, quindi io ero quello normale e quello strano
era lui.
Comunque un giro con un nome simile c'e' gia' stato:
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MinaTour
buongiorno a tutti
io sono quello strano;)
ma sicuramente mi son divertito, alcuni punti cruciali dove carlo, ad arte mi ha omesso guadi e torrenti ....bhe andata.
in ogni caso asfalto o no ci accomuna una cosa la voglia di scoprire e godere quei paesaggi che madre natura ci disegna davanti senza disturbare a 2.500 giri in prima !!!;)
io sono quello strano;)
ma sicuramente mi son divertito, alcuni punti cruciali dove carlo, ad arte mi ha omesso guadi e torrenti ....bhe andata.
in ogni caso asfalto o no ci accomuna una cosa la voglia di scoprire e godere quei paesaggi che madre natura ci disegna davanti senza disturbare a 2.500 giri in prima !!!;)
- max37
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- Iscritto il: mer 06 giu, 2007 8:23 pm
- Località: Dueville ( Vi ) Moto: Cagiva Navigator 1000 Beta Alp 200
MinaTour
Prima o poi ritorno dalle vostre parti, troooooppo bello
Max37
http://www.tecnicamotori.it/
La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.
Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.
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La cosa più deliziosa non è non avere nulla da fare. E' avere qualcosa da fare e non farla.
Oggi non faccio niente perchè ieri non ho fatto niente ma non avevo finito.
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- Messaggi: 1114
- Iscritto il: gio 13 dic, 2012 11:03 pm
- Località: provincia di Torino
MinaTour
Bello bellissimo bravi bravissimi, certo che quei panorami costellati da ruderi sono abbastanza inquietanti ma pieni di fascino, sembrano appartenere ad un altro mondo.
Multi..datato
- Special77k
- Messaggi: 120
- Iscritto il: sab 05 gen, 2013 7:00 pm
- Località: Chiavari (GE)
MinaTour
Mah, io avro' fatto poco piu' di 200 km di cui, a spanne, non piu' di unvadasi ha scritto:quanti Km avete percorso in tutto?
15/20% sterrato. Decisamente un giro per dual molto orientate all'asfalto.
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I buoni vanno in paradiso, i cattivi vanno fuoristrada
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MinaTour
Che meraviglia di posti!
Non ne ho mai fatti, ma da quando ho letto delle vecchie miniere abbandonate, questo tipo di
percorsi mi ha sempre affascinato, (come anche le vecchie stazioni abbandonate).
E poi tutte quelle sterrate che sembrano portarti chissà dove…
E pensare che c'è gente che lì ci vive! Bravi! Ma ancora, cosa accadrà quando anche quei pochi
se ne saranno andati?
Non ne ho mai fatti, ma da quando ho letto delle vecchie miniere abbandonate, questo tipo di
percorsi mi ha sempre affascinato, (come anche le vecchie stazioni abbandonate).
E poi tutte quelle sterrate che sembrano portarti chissà dove…
E pensare che c'è gente che lì ci vive! Bravi! Ma ancora, cosa accadrà quando anche quei pochi
se ne saranno andati?