
Lo so che non si fa! E lo sconsiglio sempre a tutti, ma sabato scorso mi sono alzato con una agenda carica di impegni e, complice la bella giornata, esco in moto col portapacchi stracarico di cose da portare a destra e sinistra, come un pony express.
Stranamente riesco a completare il giro in poco più di un’ora, insomma sono le dieci di una splendida giornata e sono libero. Gli amici sono già partiti con le loro moto all’alba, chi sa dove saranno a quest’ora. Ormai è tardi per organizzarmi con qualcuno ma il tempo è così bello che mi viene voglia di partire lo stesso per la montagna... da solo!
Le intenzioni sono di fare qualche foto seguendo stradelle asfaltate e frequentate dai cacciatori (non si sa mai se dovessi avere qualche imprevisto!). Queste, almeno, erano le intenzioni poi, si sa, l’appetito vien mangiando e non appena incrocio qualche semplice sterratino vengo risucchiato dalla voglia di gironzolare con le ruote fra le foglie e la terra umida.
All’inizio sono un po’ in tensione: sono solo e non vorrei che qualche contrattempo mi rovinasse la giornata. Poi, chilometro dopo chilometro la tensione lascia spazio all’ammirazione del paesaggio. Mi perdo a guardare i colori della campagna e più salgo di quota più le luci del panorama si trasformano, facendomi dimenticare completamente la mia solitudine.

Arrivo su in montagna a 1300 m. slm e l’aria e fresca e pungente, proprio come piace a me. Mangio un tozzo di pane con del salame e qualche frutto (la montagna mi fa sempre questo effetto!). Passato l’appetito posso rimettermi in moto: perché non arrampicarmi un po’? Conosco bene lo sterratone che porta all’Acqua della Face. Di solito è frequentato, mi succedesse qualcosa non rimarrei solo fino al giorno dopo.

Trotterello con disimpegno, mi guardo in giro come alla ricerca di indizi che mi permettano di capire che aria tira da quelle parti: ha piovuto da poco ma abbondantemente per tutta la notte. Il terreno è viscido anche perché il forte vento ha buttato giù tante foglie dagli alberi rendendo il terreno molto sdrucciolevole e imbottito di fogliame marrone: uno spettacolo!



Salendo in quota mi rendo conto che ho fatto una sciocchezza: il fondo non è visibile e i pietroni nascosti sono delle vere e proprie trappole. La piacevolezza della passeggiata si trasforma presto in paura di cadere e farmi male. Viaggio a velocità ridotta ma vado troppo piano per superare alcuni ostacoli, mi fermo e faccio fatica a ripartire. Chi me l’ha fatta fare?



L’ultima parte della salita è in falsopiano, per fortuna! Riprendo a trotterellare dopo essermi fermato di qua e di là a fotografare il paesaggio e piazzare la fotocamera in posizione strategica per qualche autoscatto. Sono un po’ stanco per la tensione soprattutto, consapevole che ce l’ho fatta per questa volta ma mi riprometto che è l’ultima.


E’ strano! Sono consapevole del grande rischio che corro a uscire sugli sterrati senza compagnia eppure ogni tanto non resisto al richiamo della passeggiata in moto sui sentieri di montagna. Era tanto che non lo facevo, stavolta non avendo trovato compagni mi sono lanciato, probabilmente la giornata di sole e la voglia di godermi il paesaggio era troppo promettente perché me ne restassi in città.

La prossima uscita in gruppo sarà un report tutto diverso.[/b]




