Umble umble, vero che c’è il motomondiale il mondiale cross in tv ma la piccola motoretta made in Vò mi attira in garage come una calamita emotiva. Tempi tecnici e sono bardato di tutto punto pronto per un giro-in-giro senza meta preventivamente studiata. Potrei andare nel paradiso dietro casa o in quello davanti, o spingermi più a nord. Il cielo è più terso di ogni mia più rosea aspettativa e un uomo può resistere a tutto tranne alle tentazioni: imbocco la strada verso nord e macino un 40ina di km su orrido bitume ma ne vale la pena.
Appena possibile mi dedico all’albering, disciplina in odore di multiolimpiade

Stamattina anche il piccolo ma geniale mondo degli insetti pare non resistere alla voglia di farsi dare un passaggio dalla motoretta


Una delle cose davvero magiche della primavera è godere dell’abbondante presenza di acqua che quando scorre è decisamente più gradevole di quando scroscia dall’alto…

L’albering fa rima come orientering, attività da mantenersi con un po’ di allenamento (non conto le volte che ho dovuto tornare indietro ma d'altronde "se non ci vai, non lo sai")

La versione sand è forse ma forse adatta in autunno e in inverno ma in primavera le qualità di mimetismo della green sono fuori discussione


Sto sviluppando un sentimento di attrazione quasi immancabile con i ponti

Le cime conteggiate dal mio gps da polso, quello con cui traccio le gite DOPO averle fatte, saranno sette cime la gran parte delle quali coperte da alberi tranne queste due – il gioco è stato quello di seguire una lunga dorsale


Per gli amanti del genere, ed io lo sono di certo, un rudere abitato da un nuovo inquilino meno incline alla migrazione verso le città sottostanti

Ogni gioco ha le sue regole e se uno si incapponisce a voler seguire una traccia lungo una dorsale, di tanto in tanto è consigliabile lasciare con la moto per effettuare dei sopralluoghi a piedi prima di mettersi eccessivamente nei guai (anche perché sono da solo e passi l’avventura ma la disavventura….)

Qualche grana non "aggirabile" rende il giro-in-giro un po’ più emozionante, come questo non banalissimo passaggio ricavato da un muro a secco abbandonato (mannaggia quanto poco rendono giustizia alla profondità gli scatti fotografici!)

Solo da poco ho guardato l’ora e ho fatto due conti: se non perdo troppo tempo farò tempo ad arrivare a casa per potermi godere almeno la motogp in diretta (ho comunque impostato il registratore anche per la moto3 e 2) ma si sa è difficile allontanare un bimbo dai balocchi e così ad un trivio che conosco non resisto a prendere l’unico sentiero che ancora non ho fatto. È il meno evidente e il più ripido. Bastano una decina di minuti per realizzare che tornare sui miei passi sarebbe stato molto difficile data la pendenza e la scarsa aderenza: solo ora il bimbo lascia spazio all’ultraquarantenne che realizza il fatto che anche solo un altro albero caduto sarebbe stato causa di un problemino non da poco… alberi che mi impediscono il passaggio per fortuna non ne trovo ma il vago sentiero si è trasformato in un croso! Di fronte a tre ripidi e alti gradoni rocciosi decido di lasciare la multiuso e proseguire a piedi per un sopralluogo. Dopo circa 20minuti di cammino in discesa intravvedo la via della salvezza sotto forma di un sentiero degno di questo nome, ora si tratta di tornare a prendere la moto e trovare il modo di portarla giù…. In mtb non sarebbe un grave problema, in moto decisamente più impegnativo. Mi appello al mio spirito e con determinata calma in un modo o in un altro riesco a portarmi in salvo

Via sull’orrido bitume a circa 80km/h, entro in casa proprio durante il warm lap pronto a godermi la gara soddisfatto della mia avventura.
Alla prossima